27 Dicembre 2012
VERTENZA LATTE

 LATTE: MONDO PRODUTTIVO SUL PIEDE DI GUERRA
Nonostante l’impegno dell’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Dario Stefàno, e del Direttore d’Area delle Politiche per lo Sviluppo Rurale, Gabriele Pagliardini, di insediare il tavolo di trattative che potesse partorire l’accordo sul prezzo del latte remunerativo ed equo, anche alla luce delle novità introdotte dall’articolo 62, le organizzazioni professionali agricole Coldiretti, CIA, Copagri e Confagricoltura della Puglia stigmatizzano duramente l’atteggiamento dei trasformatori che hanno disertato il ‘Tavolo latte’, vanificando il tentativo di concertazione.
La situazione è ormai insostenibile a causa dell’aumento dei costi di produzione e del ridicolo prezzo riconosciuto agli allevatori.
In Puglia le aziende zootecniche sono 7.352, la produzione di latte è pari a circa 3,5  milioni di quintali, con un fatturato di oltre 300 milioni di euro e un import pari a 1.563.339 quintali.
L’import è costituito, prevalentemente, da prodotti semi-lavorati: cagliate, polvere di latte, caseine, caseinati e altro, utilizzati per produrre finte mozzarelle ‘Made in Puglia’..
Oltre all’inganno a danno dei consumatori, si tratta di concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco. Infatti, per produrre un chilogrammo di mozzarella “taroccata” si sostengono costi per la materia prima  di almeno 3,5 2 euro/kg, mentre il prezzo al pubblico di un kg di mozzarella vaccina di qualità non dovrebbe essere inferiore ai 7,5/8 euro/kg.
Al danno si aggiunge la beffa: alcuni soggetti della filiera, già da alcuni anni, stanno ‘svendendo’ e deprezzando la vera mozzarella pugliese, offrendola a prezzi stracciati sugli scaffali della distribuzione organizzata, finanche a 3 euro al chilogrammo.
I produttori, intanto, si trovano costretti a delocalizzare la fornitura di prodotto, perché non più disposti a sacrificare invano produzioni di qualità.
A questo punto le organizzazioni professionali agricole Coldiretti, CIA, Copagri e Confagricoltura della Puglia dichiarano lo stato di mobilitazione della categoria e chiedono all’Assessore Stefàno, quale primo effetto, di bloccare l’attribuzione ai trasformatori del marchio ‘Prodotti di Puglia’ che dovrebbe essere accordato sole se certificato un reale lavoro di filiera.

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