14 Luglio 2016
ULIVI

 XYLELLA: COLDIRETTI PUGLIA, VERGOGNA COMUNITARIA AD ITALIA SECONDA INFRAZIONE; MALATTIA EUROPEA PER FRONTIERE COLABRODO
 “Dopo essersi lavata le mani circa eradicazioni, indennizzi, ricerca, l’Unione Europa si prepara ad una seconda procedura di infrazione contro l’Italia, rea di non aver applicato ancora misure evidentemente inapplicabili contro la Xylella. La mancanza di efficaci misure di controllo alle frontiere e del doveroso embargo avverso le aree da cui proviene il batterio che sta distruggendo gli ulivi a Lecce, Brindisi e Taranto, come ad esempio il sud America al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto, hanno causato un danno irreparabile all’olivicoltura pugliese. Per colpa delle frontiere comunitarie colabrodo la Xylella fastidiosa è ormai una malattia europea e l’UE non può continuare a bacchettare gli Stati membri, senza individuare misure opportune di sostegno contro la malattia”.
E’ il commento del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla notizia diffusa dall’ANSA di una seconda procedura di infrazione contro l’Italia perché non ha ancora applicato le misure anti Xylella. La Puglia sta subendo un sistema di regole europee che facilita le importazioni di qualsiasi bene, spesso anche senza le giuste garanzie per i consumatori, mentre rende difficili, per assurdo, le esportazioni. L'aggravante è che i flussi commerciali continuano e l'Ue ha posto l'embargo ai nostri vivai, ma non ha risolto il problema alla fonte, ovvero realizzando i centri di quarantena fitosanitaria all'ingresso dell'Europa.
“La Xylella fastidiosa è ormai una malattia europea – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – dato che è stato ritrovata anche in Francia, Germani e Olanda. L'UE fa come Ponzio Pilato anche sugli indennizzi da riconoscere agli olivicoltori che hanno subito e dovuto affrontare in solitudine l’aggressione del patogeno da quarantena Xylella fastidiosa e devono fare i conti con ingenti perdite di reddito presenti e future, e se ne lava le mani, rimandando l’intera partita al Governo italiano e alla Regione Puglia. Pertanto, oltre a confermare la violenza delle misure precedentemente adottate, l’UE scarica incredibilmente la patata bollente sull’Italia che dovrà ipotizzare in solitudine un regime che conceda ai ‘proprietari dei fondi interessati un indennizzo ragionevolmente commisurato al valore delle piante distrutte".

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