8 Luglio 2015
UE

 A sostegno dell’iniziativa è stato lanciato su twitter l’hashtag #formaggisenzalattePOLVERE DI LATTE: NE BASTA UN CHILO PER FARE 15 MOZZARELLE
GIU’ LE MANI DAI FORMAGGI PUGLIESI
Gli allevatori della Murgia barese e tarantina e dei monti dauni su Piazza Montecitorio a difesa del ‘Made in Italy’

Giù le mani dal ‘canesterto’ pugliese, dal cacioricotta, dalla mozzarella e dalla burrata, dal ‘pallone di Gravina’, dal caciocavallo podolico dauno, solo alcuni dei 18 formaggi tradizionali e DOP di Puglia che rischiano di scomparire per colpa di “'quelli che chiedono all'Ue di produrre formaggio con la polvere di latte – tuona il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – che sono, poi, gli stessi che sottopagano il latte alla stalla. Non permetteremo che venga depauperato un intero settore e continueremo la nostra battaglia a difesa delle produzioni lattiero-casearie ‘vere’ e non costruite in laboratorio. In Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali, e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, ‘manipolati’ e trasformati in prodotti lattiero-caseari ‘Made in Puglia’”.
Si sono mossi dalla Murgia barese e tarantina e dei mondi dauni gli allevatori pugliesi che hanno partecipato con casari e consumatori, su Piazza Montecitorio, alla manifestazione di Coldiretti a difesa del Made in Italy per impedire il via libera in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte che danneggia e inganna i consumatori, mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti nefasti sul piano economico, occupazionale ed ambientale.
“Una caratteristica distintiva e straordinaria della produzione lattiero-casearia pugliese – incalza Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - è la sicurezza alimentare e la qualità che esprime. Le nostre stalle sono le più controllate al mondo (in media un controllo, diretto o in autocontrollo, settimanale) e offrono un latte dalle elevate caratteristiche nutrizionali. Per quanto riguarda la qualità, è da rilevare come oltre il 45% delle nostre produzioni serve a realizzare  i migliori formaggi del mondo la cui qualità e distintività e strettamente legata alla produzione di latte dei nostri territori. Per questo stiamo organizzando una intera giornata ad EXPO a Milano dedicata alle produzioni lattiero-casearie pugliesi il 23 luglio prossimo”.
Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti di yogurt, "e tutto con lo stesso identico sapore perché‚ viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori".
Il via libera alla polvere di latte significherebbe aumentare la dipendenza dall’estero con la chiusura delle stalle, la perdita di posti di lavoro e l’abbandono delle montagne dove il formaggio si fa con il latte vero. Per ogni centomila quintali di latte in polvere importato in più scompaiono 17mila mucche e 1.200 occupati solo in agricoltura, secondo una analisi della Coldiretti. Ma c’è anche un costo ambientale, perché il processo di trasformazione del latte in polvere in quello fresco comporta, per la re-idratazione, un elevato consumo di acqua.

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