“Coldiretti Puglia esprime plauso per l’ennesima operazione, chiamata "The good of Italy", condotta dalla Guardia di Finanza a tutela del ‘made in Italy’ agroalimentare. Circa 2.000.000 quintali di olio, quasi pari alla produzione regionale, sono importati ogni anno per essere miscelati con quello del nostro territorio, mentre sfuggono ad ogni possibile calcolo le importazioni di olio - non di oliva - che si trasformano nel prezioso oro pugliese, così come dimostrato dall’ottima attività investigativa degli organismi di controllo. Con ben 4 bottiglie su 5 in vendita che contengono extravergine straniero ma sembrano Made in Italy perché l’etichetta è praticamente illeggibile, è importante l’intensificazione dei controlli per garantire la trasparenza dell’informazione sui mercati nazionali ed esteri”. Il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, ha commentato positivamente l’operazione della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto deI legali rappresentanti di due società olearie, operanti nel nord barese, a completamento dell'operazione in materia di repressione delle frodi nel settore dei prodotti agro-alimentari e tutela del "made in Italy", che ha già portato nello scorso mese di marzo al sequestro penale di ingenti quantitativi di olio d'oliva per uso alimentare, destinato all'esportazione in Giappone, recanti sulle etichette false indicazioni che potevano trarre in inganno il consumatore finale sull'effettiva origine e provenienza "italiana".
“Anche il Consiglio regionale pugliese – ricorda il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio – si è espresso pochi giorni fa, su nostra sollecitazione, con un ordine del giorno a tutela del made in Italy e contro l’utilizzo di risorse pubbliche per il finanziamento di impianti per la produzione agroalimentare di falsi ‘made in Italy’. È indispensabile evitare che continuino ad essere secretati i dati relativi alle importazioni dei prodotti agricoli nei nostri territori, addirittura nei confronti degli Organi di Controllo. È, inoltre, assolutamente necessario che l’attività di controllo sia accompagnata da un sistema sanzionatorio più rigido che preveda, per coloro che si macchiano di reati contro la sicurezza alimentare, pene pecuniarie molto elevate fino ad arrivare alla detenzione e alla confisca di beni mobili ed immobili che, come già avviene per i beni sottratti alla criminalità organizzata di stampo mafioso, potrebbero essere assegnati a cooperative e/o associazioni onlus per la produzione, la trasformazione e la commercializzazioni di produzioni agricole ed agroalimentari tipiche di qualità”.
24 Novembre 2011
TRACCIABILITA’