17 Aprile 2014
RISORSE COMUNITARIE

 PAC: LA LOTTA A TUTTE LE RENDITE RIENTRI NELL’AGENDA
DELLA BUONA POLITICA ITALIANA E REGIONALE
ALL’ELITE PUGLIESE DI INTOCCABILI BEN 49 MILIONI DI EURO

“La lotta a tutte le rendite deve rientrare nell’agenda della buona politica nazionale e regionale  perché è necessaria una netta linea di discontinuità sui temi della giustizia e dell’equità sociale anche nella politica agricola comunitaria. Bisogna garantire la giusta sussidiarietà nella definizione della figura dell’agricoltore attivo per sostenere il modello di sviluppo agricolo che pretendiamo. Ora tocca alla Regione Puglia definire il Programma di Sviluppo rurale adeguato alle esigenze dei nostri imprenditori agricoli, funzionale al sistema, innovativo e coraggioso”. E’ stato il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, ad illustrare alla Regione Puglia, rafforzando la sua funzione di rappresentanza e chiedendone una piena condivisione, una “vision” di impresa agricola multifunzionale e responsabile, che basa l’articolazione delle sue strategie competitive e di costruzione di valore anche su percorsi volti a trasformare i nuovi bisogni immateriali dei cittadini-consumatori in occasioni concrete di business, integrando, come sopra descritto, diversificazione e multifunzionalità. Non è stato certo rassicurante l’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari e coordinatore degli Assessori al ramo nella Conferenza Stato-Regioni, Fabrizio Nardoni, per cui c’è ancora molto da fare, soprattutto a causa della resistenza delle Regioni del Nord che “avevano garantito di lasciare più spazio di manovra al Sud sul primo pilastro, a differenza di quanto accaduto sul secondo pilastro. Invece, non stanno rispettando quanto promesso. Sul PSR ci sarà sicuramente il sottoprogramma olivicolo e stiamo rivedendo completamente la logica dei GAL, inserendo il criterio della efficacia e della premialità”.
“Grandi gruppi industriali, assicurativi e bancari, ma anche enti di diversa natura – ha continuato il Presidente Cantele - che non vivono certo di agricoltura sono l’élite intoccabile dei 303 beneficiari di contributi che ricevono un importo di quasi 49 milioni di euro, a fronte dei 390 milioni di euro che arrivano in Puglia attraverso la PAC. Si tratta di una casta di pochi intoccabili che riceve ben il 12,5 per cento delle risorse destinate all’agricoltura pugliese. Una rendita fondiaria e finanziaria che senza un deciso cambiamento nella programmazione nazionale rischia di essere mantenuta per i prossimi sette anni”.
Non è stato certo rassicurante l’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari e coordinatore degli Assessori al ramo nella Conferenza Stato-Regioni, Fabrizio Nardoni, per cui c’è ancora molto da fare, soprattutto a causa della resistenza delle Regioni del Nord che “avevano garantito di lasciare più spazio di manovra al Sud sul secondo pilastro, a differenza di quanto accaduto sul primo pilastro. Invece, non stanno rispettando quanto promesso. Sul PSR ci sarà sicuramente il sottoprogramma olivicolo e stiamo rivedendo completamente la logica dei GAL, inserendo il criterio della premialità”. Molti di questi soggetti non contribuiscono alla previdenza agricola mentre altri nelle pieghe dell’attuale legislazione hanno creato società Spa ed Srl ad hoc per avere agevolazioni sull’Imu, sulla concessione edilizia, sull’acquisto dei terreni agricoli e anche sulle bioenergie facendo così - continua la Coldiretti - concorrenza sleale al reddito e all’attività dei veri agricoltori.
“In un contesto di tagli, le minori risorse devono essere riorientate –  ha aggiunto il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - premiando chi vive e lavora di agricoltura e all’attività rivolta alla produzione di cibo e alla sostenibilità ambientale. Per questo è necessaria una corretta definizione della figura di agricoltore attivo per evitare il permanere di insostenibili rendite fondiarie”. Un risultato che migliora nettamente la proposta iniziale con una riforma che va verso la sussidiarietà ovvero la possibilità degli Stati membri di applicare misure secondo i propri modelli di sviluppo agricolo. Finalmente una opportunità straordinaria per premiare chi vive di agricoltura, il lavoro, la qualità, i giovani e il vero Made in Italy.
Oltre ai sensibili miglioramenti che sono stati ottenuti, quali il sostegno per la promozione e lo sviluppo di filiere corte, l’inverdimento a tutela dei vigneti, frutteti ed uliveti italiani, sulla convergenza e per i giovani agricoltori, è da valutarsi positivamente l’applicazione per la prima volta su base obbligatoria di un tetto agli aiuti (Capping) per combattere le rendite fondiarie. L’accordo sulla riforma della Politica Agricola (PAC) premierà chi vive e lavora di agricoltura escludendo per la prima volta in una black list i soggetti che non hanno nulla a che fare con l’agricoltura e soprattutto prevedendo la possibilità per l’Italia di destinare risorse ai soli agricoltori attivi.

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