30 Marzo 2015
RICERCA

 XYLELLA: UN NANOVETTORE INOCULATO NEI VASI LINFATICI
DEGLI ULIVI MILLENARI PER SCONFIGGERE IL PATOGENO
Presentato il progetto di ricerca del Cluster tecnologico regionale TAPASS

Immaginare dei nanovettori in circolo all’interno dei vasi linfatici degli ulivi millenari infetti in grado di contrastare la xylella fastidiosa e il gioco è fatto. E’ quanto si propone di realizzare il cluster tecnologico regionale TAPASS (acronimo per Tecnologie Abilitanti per Produzioni Agroalimentari Sicure e Sostenibili) attorno al quale stanno lavorando alacremente sei organismi di ricerca, nel dettaglio Università di Bari, Foggia, Salento, CRSA Basile Caramia, CNR e il distretto agroalimentare regionale D.A.Re. che ha provveduto a coinvolgere nel progetto alcune delle principali expertise regionali.
Il progetto è stato elaborato nei mesi di agosto e settembre 2014 ed è stato valutato positivamente dagli esperti regionali tanto da risultare ammesso a finanziamento come 18° in graduatoria su 126, a valere sull’Avviso Pubblico emanato dall’Assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Puglia per finanziare progetti di ricerca e sviluppo promossa da Cluster Tecnologici. A conclusione della fase di approvazione degli atti, il gruppo di ricerca, che già sta operando per proporre soluzioni innovative per la diagnosi precoce e per il trattamento anti Xylella Fastidiosa, potrà disporre di un budget di 549.036 euro.
“Abbiamo ragionato con l’Assessore regionale Capone che ringraziamo per la sensibilità ed il pragmatismo – ha spiegato il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – il 14 agosto scorso, nel corso di una telefonata molto più che preoccupata, nel corso della quale abbiamo gettato le basi per un progetto in cui riponiamo molte speranze. Il nostro cruccio è che nel 2013 era già chiara la rilevanza e la criticità del problema xylella nel basso Salento. Per questo chiediamo che si faccia presto e la ricerca venga sostenuta con ulteriori fondi pubblici e privati, che ci stiamo direttamente impegnando a raccogliere anche attraverso la piattaforma di crowdfunding in fase di realizzazione con il Politecnico di Bari”.
Pare fosse conosciuto (da 130 anni) solo nelle Americhe e a Taiwan. Colpisce anche alberi da frutto e piante ornamentali, diffusissime in Salento, ma per fortuna la vite ad oggi risulta immune al ceppo.
"Sono figlia di agricoltore e vedo questo problema e le sue implicazioni come una vera e propria guerra economica, ambientale e sociale - ha detto Loredana Capone, assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia. Per questa ragione ho ritenuto giusto e doveroso dare il mio contributo e quello del mio assessorato a un percorso scientifico non improvvisato e a favore della natura. Ritengo ormai indispensabili azioni sui temi della ricerca, della cooperazione istituzionale, del credito, della Commissione Europea. Occorre costruire un percorso scientifico e dotarlo di mezzi per combattere questa tragedia annunciata: è questo l'obiettivo del mio assessorato sia in termini di diagnosi precoce sia in termini di lotta e di cura, per intervenire nel modo migliore su ogni pianta ciascuna con le sue specificità. Dobbiamo chiedere a tutte le istituzioni, dalla Provincia (che ha 6 milioni di euro a disposizione nel patto territoriale per l'agricoltura) a tutta la nostra regione, alla Commissione Europea, di concorrere nella ricerca con progetti che accelerino gli studi, di far presto nelle correzioni legislative per consentire una moratoria dei debiti degli agricoltori. Dobbiamo chiedere se è stato usato lo stesso criterio per l'importazione e per l’esportazione. Perché sinora il divieto di esportare un gran numero di piante ha messo in ginocchio i nostri vivaisti. Non c’è più tempo da perdere. La nostra priorità è salvare gli ulivi e, al contempo, dare sostegno ai nostri agricoltori che rischiano seriamente di soccombere sotto il peso della Xylella”.
Sono sempre più numerosi i focolai e non esiste alcuna storia fitopatologica a cui attingere.
“Abbiamo già testato gli effetti – ha spiegato il Dott. Giuseppe Ciccarella dell’università del Salento – sulle piantine di ulivo e i risultati sono ragguardevoli. Si tratta di inoculare negli esemplari infetti nanovettori, ottenuti attraverso protocolli di incapsulamento di prodotti anti xylella fastidiosa, contenenti prodotti tradizionalmente usati in agricoltura come ioni rame, ioni zinco, solfato di rame, capaci di raggiungere velocemente e colpire selettivamente la xylella laddove si annida, ovvero negli xilemi, vasi linfatici dalle dimensioni di circa 20 micrometri. Ovviamente essendo nanovettori l’impatto sulla pianta e sull’ambiente sarà decisamente più blando dei consueti strumenti di lotta alle fitopatie normalmente adoperati in campagna. Al contempo stiamo sviluppando un metodo rapido ed efficace di diagnosi precoce mediante analisi metabolomica della xylella fastidiosa”.

SONDAGGIO

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