28 Febbraio 2014
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 XILELLA FASTIDIOSA E RISCHIO IDROGEOLOGICO
SI CONTANO I DANNI A CARICO DELLE IMPRESE AGRICOLE PUGLIESI
Per realtà di medie dimensioni il valore del soprassuolo distrutto è pari a 125mila euro ad azienda e il mancato reddito raggiunge anche i 170mila euro

‘Complesso del disseccamento rapido dell’ulivo’, meglio conosciuto come epidemia  della Xilella fastidiosa, e riduzione del rischio di dissesto idrogeologico: parte da qui l’esperienza del nuovo Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, dalle emergenze che hanno impegnato Coldiretti Puglia negli ultimi mesi. Angelo Corsetti sostituisce Antonio De Concilio che, dopo dieci anni in Puglia, assume la direzione di Coldiretti Piemonte. La notizia è stata diffusa nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati di uno studio commissionato da Coldiretti Puglia a SINAGRI S.r.l., Spin-off dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, che ha approfondito gli impatti economici che l’infezione sta esplicando, fornendo alcune prime utili indicazioni alle Istituzioni regionali e nazionali per la quantificazione dei danni che le imprese olivicole hanno già subito o subiranno, anche a seguito dei provvedimenti di carattere fitosanitario.
Si contano i danni a carico delle imprese olivicole: prendendo a riferimento realtà di medie dimensioni il valore del soprassuolo distrutto è pari a 125mila euro ad azienda e il mancato reddito raggiunge anche i 170mila euro.
“Abbiamo commissionato lo studio all’Università – ha spiegato il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – perché riteniamo indispensabile esercitare appieno un ruolo di sussidiarietà orizzontale nei confronti della pubblica amministrazione. La fotografia dell’impatto economico a carico delle aziende può aiutare ad individuare efficaci misure finanziate dal PSR Puglia  per rendere gli imprenditori agricoli soggetti attivi nella eradicazione della malattia, oltre a indennizzarli rispetto ad eventuali perdite di reddito. Al contempo va eliminato il  divieto relativo alla bruciatura del materiale proveniente dalla potatura e dai residui vegetali potenzialmente ospitanti il parassita – ha continuato Cantele – e va prevista l’assegnazione della maggiorazione dell’accredito d’imposta per carburante ad accisa agevolato alle aziende che debbono provvedere alla pulizia della vegetazione spontanea per eliminare gli insetti vettori con una meticolosità che va ben oltre l’ordinarietà e meccanismi di anticipazione, a valersi sulle risorse regionali e nazionali da individuarsi per far fronte ai costi per gli interventi necessari nelle zone focolaio e per le aziende vivaistiche, compreso il mancato reddito”.
“L’emergenza fitosanitaria va gestita con estrema tempestività ed efficacia– ha aggiunto il Direttore De Concilio – evitando, però, inutili quanto strumentali psicosi che rischiano di arrecare danno alla campagna olivicola-olearia, in considerazione del fatto che olive e olio non corrono pericolo alcuno di attacco da parte dell’insetto. Non da ultimo va sostenuto il mondo della ricerca, affinché pervenga all’incontrovertibile identificazione del ceppo batterico e di tutte le altre eventuali concause biotiche ed ambientali, per procedere alle prove di patogenicità e, accertato  il comportamento sull’olivo, possano individuarne i sistemi più efficaci di lotta”.
“Considerata la vasta estensione del problema – ha aggiunto il Direttore Corsetti - la rilevanza economica della coltura per l’intero territorio regionale e l’obbligatorietà che impone la normativa fitosanitaria comunitaria e nazionale in caso di ritrovamento di patogeni da quarantena, è necessario che sia predisposto un programma di prevenzione, controllo ed eradicazione della malattia ed anche uno specifico piano finanziario che destini un capitolo specifico agli indennizzi per le aziende agricole colpite”.
E’ stato calcolato che sulle tre tipologie aziendali studiate, piccola (da 0 a 1,9 ettari), media (da 2 a 9,99 ettari) e grande (superiori a 10 ettari), in tutti i casi con una media considerata di 100 piante ad ettaro, i livelli produttivi sono analoghi, pari a 100 quintali di olive per ettaro (media ultimo quadriennio), in parte raccolte dalla pianta (30 quintali/ettaro) a inizio campagna e in parte raccolte da terra (70 quintali/ettaro). Le operazioni di raccolta dalla pianta e da terra sono effettuate in più interventi successivi realizzati nel periodo compreso tra ottobre e gennaio. Le due tipologie di prodotto hanno caratteristiche qualitative diverse (resa in olio e qualità merceologica dell’olio che se ne ottiene) e sono commercializzate a prezzi differenti, pari mediamente a 45€/quintale per le olive raccolte dalla pianta e 27€/quintale per quelle raccolte da terra (media ultimo quadriennio).

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