Il Presidente Salcuni: “La precedente risale al 1975”
“Siamo molto soddisfatti per l’esito del lavoro svolto dall’Assessore Stefàno e dal Consiglio regionale pugliese che ha portato all’approvazione della Legge sulla Zootecnia, un provvedimento molto atteso dal mondo agricolo, dato che la legge più recente del settore zootecnico pugliese risale addirittura al 1975”. E’ il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, a margine dell’approvazione in Consiglio regionale della Legge sugli “Interventi di valorizzazione del Comparto Zootecnico”, più volte sollecitata dalla Coldiretti Puglia.
“I provvedimenti approvati serviranno a promuovere complessivamente il Sistema Zootecnico Puglia – continua il Presidente Salcuni – attraverso l’Osservatorio Zootecnico regionale che fornirà un indirizzo chiaro circa l’orientamento produttivo, la diversificazione commerciale, la concentrazione dell’offerta, la competitività e la gestione dei dati di mercato. La Legge  prevede un contributo concreto della regione Puglia per la tenuta di libri genealogici, registri anagrafici e controlli funzionali del bestiame, in modo da migliorare e monitorare in maniera sostanziale il patrimonio zootecnico pugliese con il supporto di attività di ricerca e sperimentazione”.
La zootecnia pugliese produce latte per circa 150 milioni di euro ai quali vanno aggiunti altri 50 milioni di euro per il bestiame da carne.
“Determinante l’articolo 9 che prevede - incalza il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio –  l’adesione al sistema di qualità regionale “Prodotti di qualità Puglia”,  in linea con la recente approvazione da parte della Commissione europea delle modifiche apportate allo specifico regolamento, allo scopo di favorire le aziende delle filiera zootecnica che decidano di partecipare al sistema di qualità a marchio “Prodotti di qualità Puglia”, per garantire un sistema di rintracciabilità e sicurezza alimentari finalmente senza ombre. La Legge approvata sarà uno strumento in più per cercare di riportare una assoluta trasparenza all’interno della filiera, obiettivo per il quale Coldiretti Puglia ha presentato ben 6  PIF (Progetti Integrati di Filiera) per il settore zootecnico da latte per un investimento complessivo di 48,8 milioni di euro e 79 soggetti coinvolti, tra produttori e trasformatori, e 2 PIF relativi al settore zootecnico da carne per un ammontare complessivo di 10,7 milioni di euro e 18 soggetti coinvolti, oltre alle centinaia di allevatori che risulteranno beneficiari indiretti dell’investimento”.
In Puglia la produzione di latte è pari a circa 3,2 milioni di quintali, rinveniente da 2.700 allevamenti con 82.000 capi bovini allevati per la produzione di latte vaccino e la conseguente produzione di prodotti caseari di tutto prestigio come ‘il Fior di Latte’, la burrata, il cacioricotta, il caciocavallo ecc.
L’approvazione di questa Legge è un altro tassello importante nella lotta contro le sofisticazioni, dato che di frequente la famosa mozzarella pugliese è ‘costruita in laboratorio’ con materia prima proveniente da Paesi europei e non, con latte più volte pastorizzato o con semilavorati, in genere cagliata, da parte di alcune imprese casearie che, irrispettose del territorio e dei consumatori, preferiscono, al latte pugliese, semilavorati importati da Paesi UE ed extra UE.
E’ considerevole il danno arrecato dalle sofisticazioni al mercato delle produzioni lattiero-casearie regionali, agli allevamenti, ai caseifici pugliesi che hanno scelto la strada della trasparenza e della qualità ed ai consumatori che non vengono messi in condizione di conoscere l’origine dei prodotti acquistati. L’inganno si concretizza anche in uno sfruttamento dell’immagine dell’intero territorio pugliese che è associato a prodotti non di qualità e per i quali non è rintracciabile la certezza della salubrità alimentare.