1 Dicembre 2015
PUGLIA in EVOluzione

 A BARI LA GIORNATA NAZIONALE DELL’EXTRAVERGINE ITALIANO
CONSUMI: COLDIRETTI, ITALIA INVASA DA OLIO TUNISINO, +734% NEL 2015
MONCALVO: DARE COMPLETA APPLICAZIONE A LEGGE SALVA MADE IN ITALY

Un frantoio mobile su Piazza dl Ferrarese che ha estratto pregiato ‘olio extravergine alla spina’ per la Giornata Nazionale dell’Extravergine Italiano. L’iniziativa è della Coldiretti che in piena raccolta delle olive di fronte ai recenti scandali ha voluto dedicare al prodotto simbolo della dieta mediterranea uno speciale “Open day” per svelarne tutti i segreti, proprio a Bari in Puglia dove si produce poco meno della metà dell’extravergine italiano.
Per la prima volta è entrata in azione la rivoluzionaria macchina della verità con una dimostrazione pubblica per scoprire la reale identità dell’olio di oliva e smascherare le frodi. Una giornata dedicata a far conoscere le caratteristiche e le qualità dell’extravergine di oliva per accompagnare le scelte dei consumatori e combattere gli inganni, nell’anno della riscossa del Made in Italy che fa registrare su tutto il territorio nazionale qualità da record.
L’Italia è invasa da olio di oliva tunisino con le importazioni dal Paese africano che sono aumentate del 734 per cento nel 2015, pari ad oltre otto volte le quantità rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata a Bari alla Giornata nazionale dell’extravergine italiano, sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi.
Quest’anno - sottolinea la Coldiretti - si sono registrati sbarchi record di olio dalla Tunisia che diventa il terzo fornitore dopo Spagna che perde terreno anche a favore della Grecia che aumenta del 517 per cento le spedizioni verso l’Italia nello stesso periodo. Il risultato è che nel 2015 - precisa la Coldiretti - l’Italia si conferma il principale importatore mondiale di olio di oliva nonostante l’andamento positivo della produzione nazionale. Una situazione che - continua la Coldiretti - rischia di peggiorare ulteriormente dopo il via libera annunciato dalla Commissione Europea all’aumento del contingente di importazione agevolato di olio d’oliva dal paese africano verso l’Unione europea fino al 2017, aggiungendo ben 35mila tonnellate all'anno alle attuali circa 57mila tonnellate senza dazio già previsti dall'accordo di associazione Ue-Tunisia”. Una decisione sulla quale – precisa la Coldiretti - è giustamente intervento anche il ministro degli esteri Paolo Gentiloni affermando che “non si deve danneggiare l economia agricola nazionale”. Sotto accusa - sostiene la Coldiretti - è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicare per legge l’origine in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è però quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. I consumatori - precisa la Coldiretti - dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente. In attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato.
Preoccupazioni anche sul fronte dei consumi perché gli italiani hanno tagliato del 25 per cento negli ultimi 10 anni gli acquisti di olio di oliva e i consumi a persona sono scesi a 9,2 chili all’anno, dietro la Spagna 10,4 chili e la Grecia che con 16,3 chili domina la classifica. “A pesare sono tra l’altro i recenti scandali sulle truffe dell’olio che hanno aumentato la diffidenza come pure la diffusione di prodotti di importazione di bassa qualità che disorientano i consumatori” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che si tratta di “una situazione intollerabile in Paese come l’Italia che è l’unico al mondo a contare su 533 varietà di olive e 43 oli tutelati dall’Unione Europea.
I 250 milioni di ulivi diffusi su tutta la penisola, di cui un terzo nella sola Puglia, proprio quest’anno hanno garantito una produzione da record dal punto di vista qualitativo grazie ad una stagione caratterizzata da condizioni climatiche prevalentemente favorevoli e dalla sostanziale assenza di problemi fitosanitari rilevanti. Il fatturato dell’olio d’oliva sale al valore record di 3 miliardi di euro realizzati per oltre la metà grazie alle esportazioni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata alla Giornata nazionale dell’extravergine italiano dalla quale si evidenzia che una spinta al settore viene dal recente storico accordo di filiera che ha coinvolto le organizzazioni dei produttori olivicoli, l’industria olearia, il commercio all’ingrosso e del confezionamento dell’olio di oliva e le organizzazioni rappresentative dei frantoiani. “L’aumento costante del consumo di olio di oliva che nel mondo ha fatto un balzo del 50 per cento negli ultimi 20 anni apre grandi opportunità che il Made in Italy deve saper cogliere” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel precisare che “per farlo deve puntare sull’identità, sulla legalità e sulla trasparenza per recuperare credibilità anche all’estero”.
Per questo è stato siglato un accordo di validità triennale a partire dalla campagna di commercializzazione 2015-2016 e sancisce l’impegno dei produttori a garantire specifiche qualità ed organolettiche del prodotto, tracciato, in linea con i parametri comunitari certificati da laboratori accreditati ma anche - sottolinea la Coldiretti - il pagamento di 40 centesimi di euro al chilo in più rispetto ai prezzi di mercato, rilevati sulla Borsa merci di Bari, per partite di oli extravergine di oliva qualitativamente superiori e con un’acidità massima di 0,4%. Nello specifico - continua la Coldiretti - vengono definite le caratteristiche dell’olio extra vergine di oliva, standard di qualità elevati, sicurezza alimentare, modalità e tempi di consegna di uno stock di 10mila tonnellate di prodotto che dovrà essere consegnato entro marzo 2016 con scadenza ogni prima settimana del mese e quantitativi variabili tra mille e le tre mila tonnellate a partire dalla firma dell’intesa. A garanzia nell’accordo si stabiliscono altresì - precisa la Coldiretti - i termini di prelievi e campionamenti per analisi; le procedure per dirimere le controversie e i tempi di pagamento.
Si inizia un percorso - sostiene la Coldiretti - per valorizzare concretamente il prodotto italiano di qualità verso i principali mercati di destinazione europei ed extraeuropei facendo leva sul piano olivicolo nazionale che destina risorse interessanti al settore per incrementare la produzione nazionale; sostenere attività di ricerca; stimolare il recupero varietale e la distintività e sostenere ed incentivare strumenti di aggregazione dell’offerta
Una necessità dopo che l’attività di controllo da parte delle forze dell’ordine ha portato nel 2014 a sequestri per 10 milioni di euro grazie a oltre 6 mila controlli sul comparto da parte dell’Ispettorato repressione frodi. L’intera filiera si impegna infatt6i a costituire una commissione di lavoro per un miglioramento dell’applicazione del panel test anche attraverso i marker chimici, il blind test e il test di identità genetica.
Ad aiutare i produttori impegnati nella lotta alla contraffazione arriva infatti l’innovazione tecnologica come quella realizzata dal gruppo di ricerca del laboratorio di Chimica Generale ed Inorganica del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali, Università del Salento, guidato dal Prof. Francesco Paolo Fanizzi, che si occupa di caratterizzazione di oli extravergine di oliva (blend e monovarietali), mediante tecniche avanzate di indagine come la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (NMR) ad alto campo, in combinazione con l’analisi statistica multivariata. Utilizzando sia la cultivar che la provenienza geografica come discriminante, è stato possibile - conclude la Coldiretti - ottenere buoni risultati sia per oli caratterizzati fenotipicamente che per oli prodotti con l’utilizzo di micromolitore e corredati da un accurato esame del genotipo.

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