5 Settembre 2014
PSR

 OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA: DAL PSR PUGLIA RISORSE PER PROMUOVERNE L’IMMAGINE OFFUSCATA DAGLI IMBR..OLI

“Contro il danno all’immagine non si può che lavorare in maniera strategica e programmatica sull’immagine. Non possiamo restare inermi sotto gli attacchi continui degli agropirati, spesso soggetti pugliesi della filiera olivicola olearia senza scrupoli che ‘drogano’ il mercato dell’olio extravergine di qualità ‘made in Italy’, spacciando oli di dubbia provenienza e genuinità per 100% italiano e biologico con un inevitabile danno a carico del territorio, delle imprese e dei consumatori. Lo strumento c’è, è la Misura 133 del PSR che ha ancora una dotazione finanziaria non utilizzata di oltre 3milioni di euro e potrebbe essere finalizzata a promuovere il comparto e rilanciarne l’immagine”.
E’ il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a tracciare il percorso di rilancio e riabilitazione dell’immagine del comparto olivicolo-oleario, che deve riappropriarsi del ruolo di volano dell’economia agricola pugliese, dopo i frequenti sequestri e arresti per frodi e sofisticazioni e gli ‘schiaffi’ ricevuti dalla stampa nazionale e internazionale, basti citare l’articolo dal titolo ‘Slippery business’, l’affare scivoloso di cui ha parlato Tom Mueller su “The New Yorker” e l’altro intitolato ‘Extravergine suicide’ del blasonato New York Times che hanno più volte messo alla berlina il comparto olivicolo-oleario.
“Nel corso dell’ultimo decennio le importazioni complessive di oli di oliva – continua il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - in Puglia sono cresciute rapidamente, nonostante la Puglia sia la regione più olivicola d’Europa. Le importazioni complessive di oli di oliva ammontano in media a circa 87.000 tonnellate, di contro le esportazioni si aggirano sulle 38.000 tonnellate. Gli oli stranieri vengono importati principalmente da Spagna, Grecia e Tunisia, acquistati a prezzi più bassi rispetto al prodotto regionale e utilizzati dagli imbottigliatori per l’ottenimento di blend con oli regionali.
L’Italia detiene una quota pari al 20% della produzione comunitaria. A giugno 2014, secondo i dati forniti dal Mipaaf, il settore presenta la seguente situazione: produzione 465mila tonnellate, import 593mila  tonnellate,  export 354mila tonnellate; consumi 699mila tonnellate. Il 76% delle vendite made in Italy all’estero appartiene alla categoria degli oli di pregio (vergine+extravergine). I principali mercati di sbocco sono rappresentati da Usa e Germania; ottima anche la posizione del Giappone. Per le Dop l’Italia con 43 denominazioni (42 Dop e 1 Igp), detiene il 38% delle designazioni di origine dei marchi europei. Segue la Grecia con 29 e la Spagna con 27. Per le produzioni Bio, il 14% delle superifici Bio, pari a 164.488 ha, sono appannaggio dell’olivicoltura e la produzione di olio biologico risulta maggiormente concentrata in Puglia (33%), Calabria (30%) e Sicilia (11%). In Puglia nonostante il riconoscimento comunitario per 5 oli DOP (Denominazione d’Origine Protetta)  al ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’, ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’ ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, con un'incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale, è proprio il comparto olivicolo-oleario ad essere maggiormente colpito dal fenomeno delle sofisticazioni.

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