14 Febbraio 2014
PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA

 MONDO AGRICOLO COMPATTO: “NO AD UN’UNICA AUTORITA’ DI GESTIONE
DEI PROGRAMMI COMUNITARI”

“Sull’idea paventata di far confluire il controllo di gestione del Programma di Sviluppo Rurale e del Piano Operativo per lo sviluppo economico e del sociale in un’unica Autorità di Gestione, chiediamo alla Giunta regionale un ripensamento, perché riteniamo che ciò, piuttosto che rappresentare un’opportunità, potrebbe essere causa di inevitabili incomprensioni e fraintendimenti nel corso della realizzazione dei programmi, con un conseguente contenzioso che certamente non gioverebbe ad una coerente e buona riuscita degli stessi programmi comunitari”. E’ il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, ad intervenire sull’ipotesi di unificazione dell’Autorità di gestione del PSR e del Piano Operativo, percorso che le organizzazioni agricole ritengono pericoloso quanto probabilmente inefficace, come stigmatizzato in una lettera a firma congiunta.
“L’esperienza di questi ultimi anni, ha dimostrato – si legge nella lettera - la necessità di una sempre maggiore vicinanza tra la realizzazione dei programmi e la regia della propria Autorità, la sola in grado di modificare nel corso del tempo, con l’ausilio del proprio Comitato di Sorveglianza, le scelte del programma e/o i nodi che ne impediscono la realizzazione, con un decisivo apporto positivo alla spesa”.
Per questo “abbiamo chiesto al Presidente Vendola e agli assessori della sua Giunta – continua il Direttore di Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio – un percorso più organico e concreto che possa declinare al meglio la complessità e la diversità degli strumenti di programmazione, pur garantendone la piena integrazione, e sappia confermare il necessario protagonismo a tutti i soggetti della vita economica e sociale della Puglia”.
Di qui la preoccupazione per “il rischio della sottovalutazione e della poca attenzione che il Programma di Sviluppo Rurale – si legge ancora nella lettera - potrà ricevere da una tale singola Autorità, gravata di così tante scelte, attesa le peculiarità   di tale programma (che rappresenta il così detto “secondo pilastro” della PAC) e che ha quindi la necessità di una specifica ed attenta regia per la realizzazione delle Misure, che vanno sempre e comunque traguardate con quanto è previsto dalle regole e dalle  provvidenze del “primo pilastro” della PAC, ribadendo quindi una specificità, che potremmo definire storica, dell’agricoltura e dello Sviluppo Rurale nella politica Comunitaria”.
Le organizzazioni agricole, infatti, si dicono convinte della necessità, più volte espressa, di una maggiore integrazione tra i fondi, ma questa può e deve essere realizzata all’interno di un dialogo (anche con regole formali) tra le diverse Autorità e previsto nei redigendi programmi e non già con una regia unica, che rischia di essere sempre più lontana dalla realtà produttiva regionale e inevitabilmente burocratizzata ed autoreferenziale. Ulteriore complicazione, si assisterebbe a un Comitato di Sorveglianza Unico, con la partecipazione di una pletora di soggetti in pesanti liturgie, con un’apparente  democrazia delle scelte, che invece rischiano poi di  essere effettuate, per necessità,  da un gruppo ristretto, magari solo di natura tecnica e burocratica.

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