25 Luglio 2008
PREZZI

La Coldiretti Puglia chiede una maggiore trasparenza nei passaggi dei prodotti cerealicoli dal campo alla tavola
 
“E’ giunto il momento che i produttori cerealicoli restino alla finestra a guardare, aspettando gli eventi. Gli industriali si sono tanto lamentati degli alti prezzi del grano, giustificando così i continui rincari dei costi di pane e pasta. Dato che nelle ultime settimane il prezzo del grano ha registrato una flessione continua, ci aspettiamo che anche i prezzi di pane e pasta diminuiscano”. E’ il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, a chiedere una maggiore trasparenza all’interno della filiera cerealicola, ricordando che nel passaggio dal grano al pane, per esempio, il prezzo aumenta quasi del 1100 per cento e che tra gennaio e aprile di quest'anno i prezzi della pasta hanno continuato a correre, aumentando in soli 3 mesi  del 17%. “E’ evidente la necessità – incalza il Presidente Salcuni – di stoccare il prodotto, per evitare che i cerealicoltori, sempre più stretti nella morsa dei costi di produzione lievitati negli ultimi mesi per effetto del caro carburanti, svendano il proprio grano”.   
“In questo momento diviene di fondamentale importanza – rincara la dose il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - il ruolo che può svolgere la cooperazione. Infatti, le cooperative cerealicole possono stoccare il prodotto dei propri soci, concentrando l’offerta ed evitando che i produttori svendano il grano ad un prezzo non remunerativo, soprattutto in presenza di forti incrementi dei costi di costi di produzione, a partire proprio da quelli energetici”.
A ciò si aggiunge l’annoso problema dell’origine del prodotto agricolo. La Puglia è la regione leader in Italia per la produzione di grano duro con una Produzione Lorda Vendibile di 230milioni di euro. La superficie investita a grano duro è la più estesa tra tutte le altre colture praticate e da sola rappresenta ¼ dell’intera Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) regionale ed oltre il 60% della produzione regionale si concentra nelle province di Foggia e Bari, specialmente, in zone agrarie quali il tavoliere di Foggia e la pianura della Capitanata meridionale, ed in provincia di Bari, la fossa premurgiana.
Nonostante ciò, gli industriali della pasta utilizzano solo il 20% di prodotto regionale, mentre sono 800.000 le tonnellate di grano duro che arrivano nel nostro Paese da Canada, Bangladesh ….per produrre pasta "Made in Italy" senza che sia indicato in etichetta. “Si spera che tutto sia lecito – conclude il Direttore De Concilio – ma è, comunque, auspicabile l’intensificarsi dei controlli a tutela dei consumatori”.
 
Bari, 25 luglio 2008

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