Determinante il confronto tra Puglia, Basilicata e Campania
“Prendiamo atto dell’apertura dimostrata dall’Assessore Losappio - commenta il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni - che ha ridimensionato la perimetrazione del Parco del Fiume Ofanto del 38%. Ora, però, bisogna gettare le basi per costruire reali prospettive di sviluppo per l’imprenditoria agricola attiva e vitale su quel territorio, in considerazione del fatto che il Parco dell’Ofanto può costituire una reale opportunità, a patto che venga realizzato con il pieno coinvolgimento dei settori produttivi territoriali, per non rischiare di trasformarlo da opportunità in un freno ed un vincolo – conclude Salcuni - allo sviluppo delle attività agricole e dell’economia dei comuni ricadenti nella zona delimitata”.
La legge regionale istitutiva del parco, datata 14 dicembre 2007, ha individuato un’area che comprende aree di terreni agricoli coltivati intensivamente con produzioni di pregio, quali uva da tavola, pesco, albicocco, olivo da mensa e da olio.
“E’ importante che tutte le realtà interessate – aggiunge il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - si confrontino sul tema della salvaguardia del territorio rurale e ambientale del fiume Ofanto che, con i suoi 170 km di lunghezza, bagna le regioni Puglia, Campania e Basilicata e risulta essere il più importante corso d'acqua dell'intero Mezzogiorno, per non rischiare che il provvedimento vada ad essere applicato a macchia di leopardo e produca limitazioni all’attività degli imprenditori agricoli pugliesi per effetto di una interpretazione restrittiva della norma, che non può impedire loro di effettuare le lavorazioni d’impianto per il rinnovo di alcuni frutteti specializzati, quali l’aratura ed il livellamento, e non deve limitare la possibilità di effettuare trattamenti antiparassitari ed altre corrette pratiche agronomiche”.
12 Marzo 2009
PARCHI