2 Luglio 2014
ORTORUTTA

 ANGURIE: ANCHE NEL 2014 CRISI DI MERCATO. PREZZI AI MINIMI TERMINI E INVASIONE DI PRODOTTO DALLA GRECIA

Una campagna ottima per qualità e quantità, drammaticamente compromessa da una gravissima crisi di mercato. Parliamo delle angurie pugliesi, di quelle prodotte nelle province di Taranto e Lecce.
"Sono pesanti le ripercussioni – denuncia il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – del maltempo che ha colpito le regioni del nord e i Paesi acquirenti storici, come la Germania, e sta causando una pericolosa stasi del mercato del angurie.  A Lecce e Taranto le esportazioni risultano drasticamente ridimensionate a causa del blocco della compravendita dei prodotti ortofrutticoli. A ciò vanno ad aggiungersi la stagione estiva che stenta a partire e l’invasione che la Puglia sta subendo di angurie provenienti dalla Grecia e vendute, spacciandola per italiane, al prezzo di a 8/10 centesimi di euro”.
“Abbiamo voluto accendere i riflettori su una vicenda – continua Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – che corre il rischio di passare inosservata per evitare che la mancata vendita, in nessun caso riconducibile ad un’eccedenza di produzione, vada a scaricarsi sui più deboli. L'Italia si colloca all'undicesimo posto a livello mondiale per la produzione di angurie, destinando alla coltivazione del cocomero circa 20.000 ha. L'86 per cento della produzione è concentrata in Puglia (19 per cento), Emilia-Romagna (19 per cento),  Lazio (18 per cento), Sicilia (13 per cento), Lombardia (12 per cento) e Veneto (5 per cento)”.
“L’andamento climatico al Nord non è stato favorevole – racconta l’imprenditore agricolo Raimondo Portorico di Nardò (Lecce) – e come ormai ogni anno il mercato è completamente congelato. Il nostro prodotto è di ottima qualità, ma purtroppo subisce la concorrenza di angurie che formalmente partono dalla Grecia, ma in realtà non se ne conosce l’origine certa”.
Stessa situazione in provincia di Taranto, dove l’imprenditore agricolo e rappresentante di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo, rivela che “se la stagnazione del mercato perdurerà i coltivatori saranno costretti a lasciare le angurie sulla pianta e si troveranno ‘costretti’ – continua ironicamente - a rifiutare le ridicole remunerazioni proposte dai commercianti”.
A causa dei maggiori prezzi realizzabili dalle produzioni precoci, la coltura tende sempre più a meridionalizzarsi; infatti, al nord è localizzato solo il 40 per cento della superficie nazionale. I primi raccolti al sud avvengono già dai primi di giugno ponendosi in diretta concorrenza con le produzioni precoci greche e spagnole.

SONDAGGIO

Con l’aumento dei prezzi e i cambiamenti climatici, quale aspetto consideri più importante quando scegli cosa mettere nel piatto?

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