4 Febbraio 2013
ORGANIZZAZIONE

 “L’ITALIA E LA PUGLIA CHE VOGLIAMO”
La Coldiretti Puglia presenta la sua proposta al Ministro Catania

La Coldiretti guarda alle prossime elezioni con interesse e presenta le proprie proposte a tutti gli schieramenti politici con un documento dal titolo “L'ltalia che vogliamo”, un documento articolato in dieci punti che, prendendo le mosse da una visione di respiro nazionale, scende nel dettaglio regionale. Dalle vertenze ambientali alla riforma della PAC, dalla vertenza latte all’agropirateria, il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, ha riassunto i temi caldi per l’agroalimentare pugliese.
Il 2012 è l’anno dell’approvazione della legge ‘SALVA OLIO MADE IN ITALY’ già pubblicata il 31 gennaio scorso sulla Gazzetta Ufficiale, contenente norme determinanti per la difesa dell’olio di oliva italiano, quali scritte in etichetta più grandi, stop ai marchi ingannevoli e al segreto sui nomi delle aziende che importano olio dall’estero, ma anche test probatorio per la classificazione delle caratteristiche qualitative. La Puglia è crocevia di traffici e triangolazioni come dimostrato dalle ripetute denunce di frodi e sofisticazioni e dai sequestri di prodotto adulterato, effettuati dalle forze dell’ordine a partire da Nas, Nac e Corpo forestale dello Stato. In Puglia la PLV (Produzione Lorda Vendibile) del comparto olivicolo-oleario è pari al 20% della totale PLV del settore agricolo, per un valore di 600 milioni di euro, così come il comparto partecipa alla composizione del Prodotto Interno Lordo dell’intera ricchezza regionale per il 3%.
“Nel corso dell’ultimo decennio – ha detto il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - le importazioni complessive di oli di oliva in Puglia sono cresciute più rapidamente delle esportazioni, confermando il sostanziale deterioramento della posizione competitiva della filiera pugliese sui mercati esteri. Mentre vengono approvati importanti provvedimenti per il futuro dell’agroalimentare pugliese, passano leggi quali la n.134 del 7 agosto 2012  “Misure urgenti per la crescita del Paese”,  dove all’articolo 59 bis si parla di ‘generici’ “Sistemi di sicurezza contro le contraffazioni dei prodotti agricoli e alimentari”. Soprattutto il comparto vitivinicolo, dove vige un regime di controllo sistematico quasi unico in tutta la UE, sarebbe gravato da un ulteriore appesantimento del carico burocratico”.
Per Coldiretti Puglia è importante che venga tutelato e rispettato il modello di agricoltura costruito attorno al territorio e alla certezza di sicurezza alimentare e ambientale da garantire ai cittadini-consumatori. Chiediamo una presa di coscienza e una forte partecipazione alle gravi vertenze ambientali che affliggono il territorio pugliese dallILVA di Taranto alla centrale Enel di Cerano, dalla invasione di foreste di pali eolici alle ecomafie. In particolare, a Taranto, tra gli interventi di bonifica ambientale, bisogna inserire tutte le aree in cui dovessero essere rilevati “problemi” che condizionano non solo il reddito e lo sviluppo, ma pregiudicano la vita stessa dell’individuo.
“In ambito PAC, risolto il problema della convergenza degli aiuti in sede comunitaria, dove si spera che non vi sia una eccessiva penalizzazione del budget italiano – ha continuato il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - c’è da approcciare con determinazione la convergenza interna della regionalizzazione delle provvidenze. Siamo contro una divisione “lineare” degli aiuti che penalizzerebbero in maniera esiziale le colture mediterranee e, quindi, la Puglia nella sua quasi  interezza. Resta altissimo l’allarme sul progetto di greening proposto dalla Commissione, inaccettabile per la regione Puglia. Come già avanzato in sede di Parlamento europeo, si rende necessario un ridimensionamento della proposta e, soprattutto, l’inserimento delle colture arboree,  segnatamente dell’olivicoltura, come coltura “verde” in grado di apportare benefici. Un terzo punto fermo per la Coldiretti Puglia è l’attribuzione di aiuti al solo agricoltore attivo ovvero ai soli Coltivatore Diretto e Imprenditore Agricolo Professionale”.
Numerose le occasioni in cui gli imprenditori agricoli e gli allevatori pugliesi si sono messi a disposizione della comunità. Oggi sono gli allevatori a chiedere attenzione alla politica e alla società. Dalla stalla agli scaffali dei supermercati il prezzo del latte fresco e dei prodotti lattiero-caseari aumenta di ben quattro volte, di contro il prezzo del latte alla produzione è fermo a 20 anni fa, con una quotazione attuale tra i 35 - 38 euro al quintale. Tutto ciò mentre I mangimi (+9,1%) ed il costo energetico (+8%) hanno notevolmente appesantito il bilancio delle aziende zootecniche regionali e, ad oggi, si può calcolare un costo medio di produzione del latte nell’intervallo tra i 41 e 43 euro al quintale alla stalla.

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