“E’ divenuta improcrastinabile la convocazione del Tavolo Agroalimentare regionale che affronti con determinazione ed efficacia le difficoltà che stanno attanagliando numerosi comparti del settore agricolo, a cominciare proprio dal grano e dall’olio”. E’ il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, a chiedere l’immediata convocazione del Tavolo Agroalimentare, istituito dallo stesso Presidente della Giunta.
“Il Tavolo di confronto regionale deve rappresentare l’intera filiera agroalimentare pugliese – continua Salcuni - con la volontà di ritrovare una linea comune di sviluppo e valorizzazione delle tipicità agricole territoriali. Obiettivo primario deve essere l’individuazione di un progetto forte discusso e condiviso dall’intera filiera e dalle Istituzioni, tale da coinvolgere e stimolare l’innovazione e la crescita tecnologica ed economica delle imprese agroalimentari”.
Prima vertenza a dover essere affrontata quella che sta colpendo il comparto olivicolo-oleario.
“L’ennesimo decremento – rileva il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - della quotazione del prezzo dell’olio extravergine di oliva, senza alcuna plausibile motivazione derivante dallo scenario del mercato internazionale, sta determinando una situazione ormai insostenibile per le aziende olivicole pugliesi. Vi sono diversi elementi che inducono a ritenere che ci si trovi al cospetto di una vera e propria speculazione, con pericolosissimi rischi di esasperazione di tensioni, sufficientemente alimentate da una situazione congiunturale negativa, già sottoposta all’attenzione del Presidente Vendola per altri comparti produttivi”.
Pertanto, la Coldiretti Puglia chiede la convocazione immediata del tavolo permanente, sotto la regia del Governo regionale, attraverso il quale si avvii il monitoraggio di una serie di fenomeni che avvengono sul nostro territorio e che rischiano di annientare l’olivicoltura pugliese:
- olio extravergine d’oliva sugli scaffali della Grande Distribuzione Organizzata a prezzi assolutamente non plausibili;
- aumento dell’importazione di prodotti comunitari ed extracomunitari e contestuale diminuzione delle esportazioni;
- esitazioni incomprensibili nell’indicazione dell’origine delle olive in etichetta, così come sancito dal Decreto del 9 ottobre 2007.