12 Gennaio 2016
OLIO

 OLIO: COLDIRETTI PUGLIA, IN 2 ANNI RISCHIO BALZO RECORD IMPORT TUNISIA + 1.248% ALLARME FRODI E PERICOLO FITOSANITARIO

“Bene il parere votato dalla commissione agricoltura del Parlamento europeo per il dimezzamento del contingente di olio che dovrebbe arrivare a dazio zero dalla Tunisia, ma non basta. E’ inaccettabile la proposta dell'esecutivo Ue per un accesso temporaneo supplementare sul mercato europeo di olio d'oliva tunisino a dazio zero, 35mila tonnellate extra per il 2016 e altrettante nel 2017, oltre alle 56.700 attuali che già hanno fatto aumentare del 734 per cento le importazioni nel 2015 e porterebbe nel 2016 ad un + 1248% l’import di olio dal paese extracomunitario in soli due anni. In attesa che il dossier passi alla commissione responsabile del commercio internazionale, per poi arrivare alla plenaria dell'Europarlamento entro marzo, il pressing del governo italiano deve essere incessante. Anche perché l’importazione riguarderebbe tutti i tipi di olio di oliva tunisino per cui non devono essere rispettati i requisiti ambientali e fitosanitari rigidi cui i prodotti europei devono attenersi, immettendo sul mercato italiano prodotto di discutibile qualità e sicurezza alimentare, oltre a creare una evidente quanto sleale e concorrenza”.
E’ il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a chiedere con forza di dare completa applicazione alle norme già varate con la legge salva olio, la n. 9 del 2013 e di accelerare il percorso del disegno di legge che reca le “nuove norme in materia di reati agroalimentari” elaborato dalla commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente del comitato scientifico dell’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.
“Di fronte al moltiplicarsi di frodi con le indagini che hanno coinvolto anche grandi gruppi per olio di bassa qualità venduto come extravergine o quello straniero spacciato per italiano  – denuncia il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti –  bisogna stringere le maglie della legislazione per difendere un prodotto simbolo del Made in Italy e della dieta mediterranea e togliere il segreto sulle importazioni di materie prime alimentari dall’estero perché sapere chi sono gli importatori e quali alimenti importano rappresenta un elemento di trasparenza e indubbio vantaggio per i consumatori e per la tutela del ‘made in Italy’ agroalimentare. Il flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall’estero attraversano le frontiere serve a riempiere barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come Made in Italy”.
E’ una operazione di trasparenza che va fatta, considerato che a livello mondiale si registra un aumento costante del consumo di olio di oliva che ha fatto un balzo del 50 per cento negli ultimi 20 anni,  mentre  nel corso dell’ultimo decennio le importazioni complessive di oli di oliva in Puglia sono cresciute più rapidamente delle esportazioni, confermando il sostanziale deterioramento della posizione competitiva della filiera pugliese sui mercati esteri. Le importazioni complessive di oli di oliva ammontano in media a circa 87.000 tonnellate, di contro le esportazioni si aggirano sulle 38.000 tonnellate.
Gli oli stranieri vengono importati principalmente da Spagna, Grecia e Tunisia, acquistati a prezzi più bassi rispetto al prodotto regionale.

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