15 Dicembre 2015
OLIO

 “NIENTE SALVAGENTE PER PICCOLI CHIMICI E SOFISTICATORI
DECISIVA UNA STRETTA LEGISLATIVA ANTIFRODE”

“Niente salvagenti per i piccoli chimici dell’olio. Va data completa applicazione alle norme già varate con la legge salva olio, la n. 9 del 2013, e di accelerare il percorso del disegno di legge che reca le “nuove norme in materia di reati agroalimentari” elaborato dalla commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente del comitato scientifico dell’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. Anche nelle scorse settimane la Puglia si è confermata crocevia di traffici e triangolazioni illeciti, di frodi commerciali a danno dell'olio extravergine e ciò deve portare incontrovertibilmente ad una stretta legislativa antifrode”. E’ il monito del Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, in occasione della discussione dello schema di decreto legislativo che prevede disposizioni sanzionatorie per la violazione del regolamento UE n. 29/2012, relativo alle norme di commercializzazione dell’olio di oliva e del regolamento CEE 2568/91, riferito alle caratteristiche degli oli d’oliva e degli oli di sansa.
“Nel 2015 si sono registrati sbarchi record di olio in Italia dalla Tunisia – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - che diventa il terzo fornitore dopo la Spagna. La Grecia ha registrato un aumento del 517 per cento delle spedizioni verso l’Italia nello stesso periodo. Il risultato è che nel 2015 l’Italia si è confermato il Paese che a livello mondiale importa il maggior quantitativo di olio di oliva, nonostante l’andamento positivo della produzione nazionale, olio comunitario ed extracomunitaria che spesso viene spacciato per ‘extravergine ‘Made In Italy’. A ciò si aggiungono i piani della Commissione europea di aumentare in maniera significativa i contingenti d’importazione in franchigia doganale per l'olio di oliva tunisino.  Oltre all’accesso di quantitativi immessi sul mercato che andranno certamente a procurare un danno sul fronte commercializzazione  e prezzi del prodotto pugliese, è assurda la volontà di allargare la proposta a tutti i tipi di olio di oliva tunisino per cui non devono essere rispettati i requisiti ambientali e fitosanitari rigidi cui i prodotti europei devono attenersi, immettendo sul mercato italiano prodotto di discutibile qualità e sicurezza alimentare e creando una evidente quanto sleale concorrenza”.

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