25 Novembre 2008
OLIO

“Esprimiamo plauso per l’ordine del giorno approvato all’unanimità in Consiglio regionale, a supporto delle iniziative intraprese dagli olivicoltori pugliesi per denunciare il momento di difficoltà che il comparto sta vivendo. Serva da esempio e da monito per tutti coloro i quali vorrebbero dare vita a facili strumentalizzazioni politiche sulla pelle degli operatori del settore, oppressi da prezzi di olive e olio improponibili. E va utilizzato quale vademecum per individuare interventi seri e non meri proclami irrealizzabili”. E’ il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, alla notizia dell’approvazione nella seduta del Consiglio regionale dell’ordine del giorno sulla crisi olivicola, sottoscritto da tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione.
“In particolare sono determinanti – continua Salcuni - i punti relativi alla proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali, all’applicazione del Decreto 9 ottobre 2007 in materia di indicazione obbligatoria della provenienza delle olive sull’etichetta di olio vergine ed extravergine di oliva e realizzazione dei relativi controlli nelle diverse fasi della distribuzione”.
La Coldiretti Puglia chiede il monitoraggio di fenomeni che avvengono sul nostro territorio e che rischiano di annientare l’olivicoltura pugliese:

  • olio extravergine d’oliva sugli scaffali della Grande Distribuzione Organizzata a prezzi assolutamente non plausibili;
  • aumento dell’importazione di prodotti comunitari ed extracomunitari e contestuale diminuzione delle esportazioni;
  • esitazioni incomprensibili nell’indicazione dell’origine delle olive in etichetta, così come sancito dal Decreto del 9 ottobre 2007.

“Non possiamo che dare atto agli organismi di controllo – continua il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - del lavoro che stanno portando avanti, attività che va sostenuta e intensificata. Nelle scorse ore sono stati sequestrati altri quattromila litri di olio di semi, confezionato  e sfuso, non decolorato, miscelato con olio di oliva, e venduti come olio extra-vergine d'oliva a privati cittadini e titolari di esercizi commerciali. Frodi e sofisticazioni caratterizzano drammaticamente il comparto oleario, nonostante l’Italia abbia una legge sull’etichettatura obbligatoria dell’olio extravergine di oliva, ancora oggi inapplicata. Sulle confezioni di tutti gli extravergini etichettati dopo il 17 gennaio 2008, come previsto dalla normativa entrata in vigore in Italia 10 mesi fa, vanno indicati obbligatoriamente lo Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio in cui è stato estratto l'olio. Se le olive sono state prodotte in più Paesi, questi devono essere tutti indicati in ordine di quantità decrescente. Ciò dovrà riguardare l’intera produzione agroalimentare – conclude il Direttore De Concilio - in linea con quanto disposto dalla Legge 204 del 3 agosto 2004, ottenuta con il sostegno di un milione di firme dei cittadini raccolte da Coldiretti e che obbliga a indicare la provenienza dei prodotti agricoli in tutti gli alimenti, sancito nuovamente dal DdL presentato dal Governo ed all’esame della Conferenza Stato-Regioni, in cui l’Assessore alle Risorse Agroalimentari Russo e l’intera Regione Puglia sapranno essere determinanti”.

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