23 Luglio 2010
MOBILITAZIONE

“Questo costo del lavoro uccide le imprese agricole del Sud”, “Il nostro Sud con questa manovra perde 50mila posti di lavoro”, “Onestina la Bruna Alpina con la perdita della pazienza ormai vicina”. Sono solo alcuni degli slogan che hanno scandito la lunga mattinata degli imprenditori agricoli della Coldiretti delle regioni del Mezzogiorno, provenienti da Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sicilia e Sardegna, guidati dal Presidente Nazionale della più grande organizzazione agricola italiana, Sergio Marini, in occasione della discussione della manovra economica alla Camera che mette a rischio opportunità di lavoro e crescita dell’agricoltura del sud. Migliaia di chilometri percorsi dai produttori agricoli per raggiungere Bari, sede della Mobilitazione della Coldiretti Nazionale e partecipare al corteo rigorosamente giallo, lungo 1,5 chilometri, che ha preso le mosse da Piazza Diaz per raggiungere Piazza Prefettura, dove è stato consegnato ed illustrato al Prefetto di Bari, Carlo Schilardi, il documento di proposta della Coldiretti.
“Noi rispettiamo sempre la legge - ha affermato il Presidente Marini - ma la legge rispetti noi. Se gli accertamenti in corso sono così “importanti” da determinare nella manovra la sospensione delle rate delle multe sulle quote latte, allora lo Stato rifaccia per l’ennesima volta i suoi conti. Visto, però, che venti anni non gli sono ancora bastati, intanto restituisca i soldi a tutti gli allevatori che hanno versato multe non dovute e acquistato quote non necessarie calcolate su dati che lo stesso Stato oggi, con tanto di legge, ritiene non ancora certi. Se sono ancora da rifare i conti – ha concluso Marini - “chi sbaglia paga” deve valere per i produttori ma anche per lo Stato”. Sull’altro fronte a far data dal 1 agosto 2010 per zone agricole montane e per zone agricole svantaggiate scatterà - sottolinea la Coldiretti - un aumento insostenibile dei contributi a carico del datore di lavoro, con inevitabili ricadute sui livelli occupazionali che nel 2009, nonostante la crisi, in queste aree hanno fatto segnare un importante aumento nel numero delle giornate denunciate per gli operai a tempo indeterminato (+ 963.356 giornate).
Non bastava l’emblema di queste intense giornate di protesta, sviluppatasi a Roma e, poi, a Milano, la mucca ‘Onestina, la Bruna Alpina’, preceduta da un corteo di trattori. A Bari si è riunita la ‘Congrega dei Flagellanti’, gli imprenditori che hanno pagato multe non dovute e acquistato quote non necessarie, è si flagellano per l’errore commesso.
L’emendamento approvato all’art. 40 bis, concernente la proroga al 31 dicembre 2010 del pagamento delle multe sulle quote latte, dovute dalle aziende non in regola, al primo comma del predetto articolo adduce, a motivazione della sua adozione, anche ipotesi di accertamenti in corso, che configurerebbero una improbabile scorrettezza nei calcoli della produzione lattiera nazionale. L’emendamento costituisce una gravissima violazione dei diritti dei produttori che hanno rispettato le regole acquistando ed affittando quote, versando anche i superprelievi sui quantitativi di latte prodotti in esubero.
“Oggi a Bari ha sfilato l’agricoltura del Mezzogiorno – ha detto il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni - l’agricoltura vera, il vero ‘made in Italy’. La Coldiretti del Sud si è schierata in prima linea contro il furto legalizzato messo in atto dalla manovra finanziaria 2010 che prevede la sospensione delle multe sulle quote latte e nulla prevede per la fiscalizzazione degli oneri sociali, la proroga del gasolio agevolato per le serre e il fondo bieticolo-saccarifero. Abbiamo scelto la strada della legalità e della trasparenza e stiamo perseguendo l’obiettivo con forza e determinazione. Ma lo Stato deve rispettare gli stessi principi”.
”Lo stato di mobilitazione si è reso necessario – ha incalzato il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio –perché scadono proprio a luglio, senza che il Governo abbia previsto alcuna proroga, due misure importanti per il settore. Infatti, il 21 luglio scade il ‘bonus gasolio’, in altre parole il carburante agevolato per le serre, ed il 31 luglio scade la proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali per le imprese che operano nelle zone svantaggiante e di montagna e che assumono manodopera”.
Infatti, se a motivazione dell’emendamento vi è anche la presa d’atto dello stato di crisi del settore lattiero caseario, ma dell’intera agricoltura italiana, allora non si comprende perché nella medesima manovra finanziaria siano omesse - e, quindi, se ne chiede l’inserimento, - le misure relative alla stabilizzazione della fiscalizzazione degli oneri sociali per le zone svantaggiate, in assenza della quale le aziende agricole del nostro Paese rischiano di subire un aggravio contributivo insopportabile; all’azzeramento dell’accisa sul gasolio per uso agricolo destinato alle serre; al finanziamento del Fondo Bieticolo-Saccarifero destinato alla competitività delle produzioni bieticole nazionali, con particolare riferimento a quello autunnali del bacino meridionale.

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