15 Marzo 2012
MOBILITAZIONE

 
Grande successo della manifestazione in Piazza Montecitorio a Roma organizzata dall’alleanza per il Made in Italy, promossa dalla Coldiretti, insieme alle associazioni dei consumatori e degli ambientalisti, ai cittadini e ai rappresentanti delle Istituzioni a livello nazionale, regionale e locale, a partire dai Sindaci con i loro gonfaloni.
Dal Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera è arrivato lo stop all’utilizzo di soldi italiani dopo il caso denunciato dalla Coldiretti della produzione di caciotta e pecorino rumeni da parte della Lactitalia, società partecipata dalla finanziaria del Ministero Simest, che sono venduti nel mondo e fanno concorrenza a quelli realizzati dai produttori italiani, minando la credibilità del marchio Italia. A darne notizia nel corso della manifestazione a Roma dell’alleanza per il Made in Italy è stato il Presidente Nazionale della Coldiretti, Sergio Marini, che ha letto ai manifestanti la lettera inviatagli dal titolare del dicastero dello Sviluppo economico, nella quale Passera fa presente che ha emanato una specifica direttiva Simest che, sotto pena di revoca dell’agevolazione, vieta il sostegno ad iniziative che configurano il finanziamento oltre modo dannoso dell’”Italian Sounding”.
Dalla Puglia hanno partecipato all’iniziativa raggiungendo la Piazza i Gonfaloni di Castellana, Conversano, Noci, Putignano, San Pancrazio, Ascoli Satriano, Candela, Deliceto, Avetrana, Ginosa, Laterza, Palagianello. “La manifestazione odierna – ha dichiarato il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni – è stato solo la prima di iniziative che svilupperanno nelle prossime settimane e ha molteplici significati. Siamo assolutamente contrari al mancato divieto per legge del finanziamento pubblico di prodotti agroalimentare realizzati all’estero che imitano il vero Made in Italy, un vero e proprio caso di italin sounding a spese dei contribuenti italiani, ci battiamo contro le sperequazioni determinate dall’’IMU in agricoltura che aumenta in maniera maggiore per chi la terra la usa per vivere rispetto a chi la dispone per divertirsi o speculare, fino ai ritardi accumulati sull’applicazione della legge nazionale sull’etichettatura per fare sapere agli italiani quello che mangiano”.
Migliaia di manifestanti cappelli, bandiere e foular della Coldiretti cartelli “Con i soldi dello Stato si licenza in Italia e si assume in Romania”, con “l’IMU gli italiani finanziano il pecorino rumeno” e anche “No agli Ogm che uccidono il Made in Italy”.
“Ora dobbiamo portare a casa il risultato sul fronte IMU. L’istituzione dell’imposta municipale introdotta dal Decreto Salva Italia – ha precisato il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - anticipata in via sperimentale per il 2012, colpisce per la prima volta anche i fabbricati rurali e i fabbricati ad uso strumentale (stalle, magazzini, ricoveri per attrezzi, fienili etc..) che in precedenza erano esclusi dalla tassazione ICI, sostituita con l’IMU. Di fronte a questo scenario, le aziende agricole risultano fortemente colpite da questa nuova imposizione”.
Sono già 58 i Comuni che hanno approvato l'ordine del giorno, proposto dalla Coldiretti in Puglia, contro il finanzimento di falsi prodotti 'made in Italy' realizzati all'estero con finanziamenti pubblici, quali Monopoli, Putignano, Gioia del Colle, Noci, Rutigliano, Ruvo di Puglia, Turi, Conversano, Poggiorsini, Canosa di Puglia, Minervino, Margherita di Savoia, Fasano, San Pancrazio, Alberona, Ascoli Satriano, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio, Castelluccio Val.re, Celle San Vito, Deliceto, Lesina, Motta Montecorvino, Orsara di Puglia, Orta Nova, Pietramontecorvino, Poggio Imperiale, Rocchetta Sant’Antonio, Rodi Garganico, Rosero Valfortore, San Giovanni Rotondo, San Paolo di Civitate, Serracapriola, Stornarella, Torremaggiore, Zapponeta, Acquarica del Capo, Carmiano, Gagliano del Capo, Lequile, Maglie, Melissano, Nardò, Nociglia, Ortelle, Otranto, Salice Salentino, Salve, Squinzano, Vernole, Avetrana, Ginosa, Massafra, Palagianello, Laterza, Carosino, Sava, San Marzano, e 4 Camere di Commercio di Bari, Brindisi, Foggia e Lecce e il Consiglio regionale della Puglia, primok assieme al Veneto ad approvare l'ordine del giorno.

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