“Giù le mani dal vero ‘made in Italy’ agroalimentare”. E’ lo slogan gridato festosamente dalla delegazione ‘rigorosamente gialla’ della Coldiretti Puglia, capeggiata da Presidente e Direttore regionali, Pietro Salcuni e Antonio De Concilio, i quali hanno spiegato ad Assessori e a consiglieri regionali le ragioni della manifestazione, a sostegno dell’ordine del giorno ‘A tutela del vero ‘made in Italy’ agroalimentare’ e contro l’utilizzo di risorse pubbliche – vedi il caso della Società italiana per le imprese all’Estero SIMEST s.p.a. - per finanziare direttamente o indirettamente la produzione all’estero o la distribuzione di prodotti alimentari che si fregiano del ‘made in Italy’, mentre non hanno nulla a che fare con il tessuto produttivo del territorio.
La conferenza dei capigruppo, guidata dal Presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, che ha mostrato grande sensibilità verso le istanze della Coldiretti, facendosene portavoce, dinanzi al tavolo degli ‘oli buoni’, ottimi (come si evince dalla foto) soprattutto per gli assaggi con il pane di Altamura, ha deciso di presentare l’ordine del giorno in Consiglio regionale quale primo punto del dibattito assembleare. I manifestanti, noncuranti della pioggia, hanno aspettato la notizia dell’approvazione del provvedimento in aula, dando informazioni sulla qualità degli oli extravergini ai cittadini-consumatori incuriositi.
Alle 12,30 circa, dopo un ampio dibattito che ha dimostrato quanto l’argomento sia ritenuto importante e riscaldi gli animi a prescindere dal colore politico, l’ordine del giorno è stato approvato e la notizia è stata portata ai manifestanti dall’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Dario Stefàno, sempre vigile su quanto accade al settore agricolo pugliese, e proprio dal Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che ha voluto interpretare con queste parole l’orientamento e la condivisione di tutto il Governo regionale: ”L’entroterra buio non è soltanto un allarme per l’agricoltura, piuttosto per la tenuta dell’ecosistema Italia perché senza agricoltura non c’è presidio e tutela del territorio, non c’è difesa del suolo, non c’è lotta contro il dissesto idrogeologico. Facciamo una battaglia dentro un’Europa distratta, dentro un’Europa che pensa talvolta che la finanza è una sorta di verbo religioso. Noi chiediamo che nel mercato la competizione possa essere sulla qualità dei prodotti e non tra manipolatori, contraffattori ed esperti di gangsterismo camuffato. L’agricoltura italiana è matura e consapevole e sta chiedendo di concentrare la propria sfida sulla trincea dell’innovazione, ma ha bisogno che venga rispettata la tracciabilità dei prodotti, garanzia non soltanto di ricchezza ma anche di salubrità dei prodotti”.