LATTE: “GLI ALLEVATORI PUGLIESI NON ACCETTANO ELEMOSINE”
DOMANI LA GUERRA CONTINUA DAVANTI ALLA SEDE DELL’ANTITRUST
“Ci saremmo aspettati un maggior senso di responsabilità, al contrario c’è stata l’offerta provocatoria di solo 1 centesimo in più per litro di latte. Gli allevatori non hanno bisogno di elemosine. Abbiamo dimostrato, conti alla mano, quanto sono lievitati i costi di produzione. Il prezzo proposto non fa che umiliare ulteriormente chi gestisce stalle e territorio con una abnegazione ed un sacrificio che non hanno prezzo”. Duro il commento del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a conclusione del tavolo sul latte con Assolatte al Ministero delle Politiche Agricole.
Per questo la guerra del latte continua e si estende dalle industrie ai supermercati fino all’Antitrust, dove si sono dati appuntamento gli allevatori della Coldiretti, domani venerdì 13 novembre 2015, dalle ore 9,30, nella sede di Piazza Verdi 6/a – Roma, dopo l’offerta insostenibile di un centesimo da parte degli industriali al tavolo al Ministero delle Politiche Agricole.
“In Puglia – conclude Cantele – in soli 10 anni hanno chiuso 3800 stalle per la scellerata politica dei prezzi praticata dagli industriali. Non possiamo più consentire questo gioco al massacro”.
Di fronte alla provocazioni della multinazionale francese gli allevatori italiani chiedono l’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) per fare luce sugli abusi di dipendenza economica a danno dei produttori di latte fresco. In Italia - secondo la Coldiretti - si registrano infatti i comportamenti scorretti nel pagamento del latte agli allevatori che hanno portato prima in Spagna e poi anche in Francia alla condanna delle principali industrie lattiero-casearie, molte delle quali, peraltro, operano anche sul territorio nazionale.
Si rischia di annacquare - precisa la Coldiretti - i buoni risultati per il settore agricolo realizzati con la legge di stabilità varata dal Governo Renzi. Una comoda sponda per le forze che non credono nel Paese e vogliono mantenere bloccata l’Italia. Si tratta di una chiara dimostrazione che la multinazionale francese Lactalis, proprietaria dei marchi Parmalat, Galbani, Locatelli e Invernizzi, insieme ad altri industriali vuole colpire il vero Made in Italy, fatto con latte italiano. Sembrano prevalere - spiega la Coldiretti - le ragioni di un patto scellerato tra Lactalis, quota parte dell’industria e i grandi traders del latte, per puntare sulla produzione straniera da rivendere ai consumatori italiani a prezzi maggiorati fino al 50 per cento rispetto a quelli di altri Paesi Europei. Il disegno è chiaramente quello - precisa la Coldiretti - di far chiudere il maggior numero di stalle per dimezzare la produzione italiana e lucrare sull’ importazione di latte da Paesi con meno controlli e bassa qualità. La Coldiretti non permetterà che questo accada e alza il livello della mobilitazione per difendere le stalle, il lavoro, il territorio da coloro che non rispettano la legge e vogliono umiliare il Paese. Gli allevatori della Coldiretti chiedono che il compenso riconosciuto sia almeno commisurato ai costi di produzione che variano dai 38 ai 41 centesimi al litro secondo l’analisi ufficiale effettuata dall’Ismea in attuazione della legge 91 del luglio 2015 che prevede l’obbligo di contratti a dodici mesi.
