Dopo un inverno primaverile, è partita la pazza primavera con gelate e nevischio che convivono con una perdurante siccità mettendo a repentaglio grano, mandorli, ciliegi e albicocchi e verdure in campo, dagli asparagi alle cicorie, dai carciofi ai cavoli alle bietole, ma anche le primizie come i piselli. E’ il bollettino di Coldiretti Puglia che segnala il brusco abbassamento delle temperature fino a -1 gradi, con le situazioni più gravi registrate nelle province di Bari, BAT e Foggia, in una Puglia dove fino a 48 ore fa si registravano anche 23 gradi, con ripercussioni gravi sulle colture in atto, mentre il maltempo non allevia minimamente il problema della siccità con – 143 milioni di metri cui d’acqua negli invasi foggiani, secondo i dati aggiornati ad oggi del Consorzio di Bonifica della Capitanata. E’ allarme freddo e gelo nelle campagne dopo un inverno che si è classificato in Italia come il secondo più caldo dal 1800 a livello climatologico – dice Coldiretti - facendo registrare una temperatura addirittura superiore di 2,03 gradi rispetto alla media di riferimento. “Dopo giorni di temperature che hanno toccato anche i 23 gradi sono crollate bruscamente e da qualche ora la Puglia è sferzata da venti gelidi, con fenomeni di gelate e nevicate a macchia di leopardo. Il clima pazzo non aiuta certamente la programmazione colturale in campagna. La brusca inversione di tendenza del meteo, tra l’altro, non aiuta a riempire gli invasi”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
L’agricoltura pugliese per effetto dei cambiamenti climatici – aggiunge Coldiretti Puglia - ha perso più di 3 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola, strutture e infrastrutture rurali.
“La diminuzione di acqua negli invasi è stata continua e costante, mitigata solo parzialmente dalla sporadiche piogge torrenziali che hanno un effetto disastroso sui campi, soprattutto in Capitanata sul grano. Per questo è urgente avviare un Programma di azione regionale, in linea con il Programma Nazionale – aggiunge ildelegato confederale di Coldiretti Foggia, Pietro Piccioni - tenendo sotto costante monitoraggio i tradizionali ed usuali mezzi di approvvigionamento (pozzi ed invasi) e di vettoriamento (condotte), ma anche conoscere i flussi d’acqua che vanno all’industria, al potabile e all’uso irriguo”.
Secondo il CNR, il 21% del territorio nazionale è a rischio desertificazione e circa il 41% di questo territorio si trova al Sud, riferisce Coldiretti Puglia.
In Puglia le aree affette dal rischio desertificazione sono pari al 57% - conclude Coldiretti Puglia – e il conto pagato dall’agricoltura, soggetta ai cambiamenti climatici e alla siccità è salato. Il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo, con bruschi crolli o innalzamenti delle temperature, sono all’ordine del giorno e arrecano danni gravi alle colture nelle aree più colpite dal clima pazzo.