19 Novembre 2010
MADE IN ITALY

 A Bari è stato firmato il primo vero e innovativo contratto di filiera corta tra i produttori olivicoli di Coldiretti Puglia e UNAPROL e gli Oleifici Mataluni. L’accordo prevede la gestione esclusiva dello storico marchio Lupi, di proprietà di quest’ultimi, dedicato - da sempre e unicamente - all’extravergine che contemperi le esigenze di miglioramento della qualità, attraverso il know how del mondo produttivo e del mondo industriale. “Già nei mesi scorsi abbiamo dato vita – spiega il Presidente della Coldiretti, Pietro Salcuni – ad una sperimentazione che ha portato il Gruppo Mataluni, proprietario di storici marchi, tra i quali Olio Dante e Lupi e Minerva, ad acquistare 6mila quintali di olio pugliese. Il programma attuale si concretizza nell’acquisto di ulteriori 40mila quintali che cresceranno in maniera esponenziale nel tempo. L’intesa va ad inquadrarsi in una ripresa dei consumi di olio, stimata da Ismea in un + 2% rispetto ai primi nove mesi del 2010 sul 2009 La ricchezza del comparto olivicolo-oleario pugliese trova piena conferma nei numeri. La PLV è pari al 20% della totale Produzione Lorda Vendibile del settore agricolo, per un valore di 600 milioni di euro, così come il comparto partecipa alla composizione del Prodotto Interno Lordo dell’intera ricchezza regionale per il 3%. Si tratta di un vero e proprio patrimonio che va salvaguardato anche attraverso precisi e mirati programmi e progetti di investimento”. L’obiettivo è creare accordi di filiera che ricreino equilibrio all’interno del segmento agroalimentare, dato che oggi per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti oltre la metà (il 60 per cento) va alla distribuzione commerciale, il 23 per cento all’industria di trasformazione e solo il 17 per cento per remunerare il prodotto agricolo. “Il progetto Lupi, sviluppato dagli Oleifici Mataluni in collaborazione con Coldiretti ed Unaprol, nasce dall’idea – spiega il Presidente degli omonimi oleifici, Biagio Mataluni - di portare un prodotto “premium” italiano nella grande distribuzione. La scelta di puntare sul 100% italiano, non è casuale ed è stata dettata proprio dalla volontà di restituire dignità al sistema produttivo dell’olio italiano attraverso il coinvolgimento diretto dei diversi attori della filiera. Due le parole d’ordine: qualità e trasparenza. Vogliamo un mercato che si segmenti verso l’alto, un rapporto di fiducia stabile e con impegni precisi lungo la filiera per offrire al consumatore il prodotto di qualità che cerca ad un giusto prezzo. Siamo convinti infatti – aggiunge Mataluni - che in questo accordo promosso da Coldiretti e Unaprol, ci siano margini di profittabilità per le imprese olivicole, per la nostra azienda, ma soprattutto garanzie di scelta per il consumatore. Qualità e trasparenza verso i consumatori sono state da sempre le parole d’ordine nella nostra produzione. Qualità significa un prodotto sano e genuino, frutto di controlli attenti e di un monitoraggio costante lungo tutto il processo produttivo”. L’olio extravergine che non raggiunge il mercato attraverso prodotti a marchio dei produttori associati ad Unaprol sarà etichettato con il marchio Lupi e grazie a questo patto di filiera potrà godere di una corsia preferenziale con la GDO. Tutto questo per offrire la possibilità all’olio extra vergine di oliva di alta qualità italiano di far parte delle scelte d’acquisto sempre più consapevoli del consumatore mondiale. “L’accordo - afferma Massimo Gargano, presidente di Unaprol - rappresenta la prima sinergia tra il mondo olivicolo e il settore industriale. Un accordo innovativo in cui l’industria si impegna ad acquistare dai produttori italiani olio extra vergine di oliva e a pagarlo e commercializzarlo secondo un prezzo congruo per le caratteristiche analitiche e sensoriali di alta qualità. La congruità del prezzo – ha poi aggiunto Gargano - sarà individuata e concordata congiuntamente tra i produttori rappresentati da Unaprol e il gruppo Mataluni Oleifici che riconoscerà una premialità ai produttori in funzione dell’andamento del mercato e dei risultati di gestione. Il progetto non ha la finalità della semplice vendita del prodotto, ma passa attraverso la creazione del consorzio EVOLIO che vede seduti nella stessa “cabina di regia” mondo della produzione e dell’industria condividere un unico e grande progetto: la tutela, la promozione e la vendita in tutto il mondo del vero olio extra vergine di oliva I.O.O.% qualità italiana”. La società IOO% qualità italiana si impegna a garantire che il prodotto acquistato sia di alta qualità e congiuntamente organizzerà la promozione del prodotto e l’industria parteciperà come partner cofinanziatore secondo le percentuali previste dai progetti comunitari e nazionali di promozione nel mercato interno e nei Paesi terzi della UE. Il comparto olivicolo-oleario è uno dei settori più colpiti da frodi e sofisticazioni in Puglia. Nonostante il riconoscimento comunitario per 5 oli DOP (Denominazione d’Origine Protetta) al ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’, ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’ ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, sono 160 i milioni di litri di olio di oliva importati ogni anno per essere miscelati con quello italiano ed in particolare con quello pugliese, dato che l'incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale è pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale. Il valore inestimabile della produzione olivicolo-olearia – incalza il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - va tutelato anche e soprattutto da frodi, sofisticazioni ed etichette volutamente poco trasparenti. Basti pensare all’aumento del 30 per cento delle importazioni di olio di oliva, mentre sugli scaffali dei supermercati – incalza De Concilio - è straniero l'olio di oliva contenuto in una bottiglia su due, ma i consumatori non hanno la possibilità di verificarlo, perché sulle etichette non è ancora obbligatorio indicare l'origine delle olive. Una situazione che mette a rischio gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono alla tutela del paesaggio e  dell'ambiente”.
Il Gruppo Mataluni, che oggi rappresenta il più grande complesso agroindustriale oleario italiano con una presenza importante nei principali mercati mondiali e con una capacità di dialogo con la GDO nazionale e internazionale, da oggi mette il marchio Lupi a guardia del prodotto I.O.O.% qualità italiana targato Unaprol. A Bari, presentate anche le prime bottiglie della nuova campagna. Sono il frutto di un’intesa strategica che rompe gli schemi e rappresenta un momento di discontinuità in un mercato che ha bisogno di riconoscere sullo scaffale l’alta qualità targata I.O.O.% made in Italy.

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