20 Marzo 2015
MADE IN ITALY

 SEQUESTRO FINTO PANE DI ALTAMURA: “NON ABBASSARE
LA GUARDIA CONTRO FRODI E SOFISTICAZIONI”
Plauso di Coldiretti Puglia all’attività del Corpo Forestale dello Stato

“Il sequestro del finto pane di Altamura grazie alla indagine condotta dal Corpo Forestale dello Stato ad Andria, Bari, Corato, Ruvo di Puglia, Bisceglie e Molfetta è la prova provata che non bisogna mai abbassare la guardia rispetto a frodi e sofisticazioni che tagliano trasversalmente tutto il settore agroalimentare e non risparmiano alcun prodotto, dall’olio al vino, dagli ortaggi al pane. Oltre all’annoso problema dell’origine del prodotto agricolo, non si può sottacere lo scandalo del prezzo del pane, ovviamente ancora più alto perché venduto come DOP. ”.
E’ il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla notizia del sequestro da parte del Corso Forestale dello Stato della Puglia, a cui va il plauso di Coldiretti Puglia, di pane generico spacciato per ‘Pane di Altamura’ e alle denunce per frode nell’esercizio del commercio e per contraffazione di denominazioni di origine dei prodotti alimentari per le quali 19 negozianti pugliesi rischiano fino a 2 anni di reclusione e fino a 20.000 euro di multa
«Pane di Altamura» è un prodotto di panetteria ottenuto dal rimacinato di semola di grano duro, ricavato dalla macinazione di grani duri delle varietà «appulo», «arcangelo», «duilio» e «simeto» prodotte nel territorio delimitato dal disciplinare di produzione, da sole o congiuntamente in ragione almeno dell'80%, purché prodotte nel medesimo territorio. Il prodotto si ottiene secondo l'antico sistema di lavorazione che prevede l'uso di lievito madre o pasta acida — sale marino — acqua. La pagnotta dal caratteristico profumo di peso non inferiore a 0,5 Kg, presenta due forme tradizionali, la prima delle quali, denominata localmente «U sckuanète = pane accavallato», è alta, accavallata, senza baciatura ai fianchi; l'altra più bassa, localmente denominata «a cappidde de prèvete = a cappello di prete», non presenta baciatura. La crosta deve possedere uno spessore non inferiore a 3 mm.; la mollica, di colore giallo paglierino, presenta una omogenea alveolazione.
“Risulta indispensabile riconquistare e mantenere la fiducia dei consumatori – spiega il Direttore della Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - incoraggiando il loro coinvolgimento nella politica di sicurezza alimentare, garantendo il monitoraggio e la trasparenza in tutta la filiera alimentare e il maggior grado possibile di conoscibilità delle caratteristiche essenziali dei prodotti, al fine di consentire loro di effettuare scelte di acquisto pienamente consapevoli basate su una completa e corretta informazione in merito alle caratteristiche dei prodotti”.
Nel passaggio dal grano al pane il prezzo aumenta quasi del 1600 per cento, considerato che con un chilo di grano si produce un chilo di pane, e ancora nel passaggio dal grano alla pasta il prezzo lievita di quasi il 400%, considerato che con un chilo di grano si producono 650 grammi di pasta.
La Puglia è la regione leader in Italia per la produzione di grano con una Produzione Lorda Vendibile di 230milioni di euro. La superficie investita a grano duro è la più estesa tra tutte le altre colture praticate e da sola rappresenta ¼ dell’intera Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) regionale ed oltre il 60% della produzione regionale si concentra nelle province di Foggia e Bari, specialmente, in zone agrarie quali il tavoliere di Foggia e la pianura della Capitanata meridionale, ed in provincia di Bari, la fossa premurgiana.
In Puglia si concentra oltre il 36% dell’attività molitoria nazionale, con la lavorazione di circa 80 mila quintali al giorno di solo grano duro e di altri 15 mila quintali di grano tenero. Nell’industria della pasta, seppure rilevante, il ruolo della Puglia appare ridimensionato rispetto a quello della prima trasformazione, detenendo il 10% del potenziale nazionale.

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