SI DEL SENATO AL DECRETO SALVA-OLIO. SODDISFAZIONE DI COLDIRETTI PUGLIA
Ora il diesgno di legge passa alla Camera
Sì del Senato al Decreto salva-olio. “E’ un importante passo avanti nel difficile percorso di trasparenza e legalità del comparto olivicolo-oleario, il cui iter va completato con velocità e risolutezza alla Camera”.
Esprime soddisfazione Pietro Salcuni, Presidente della Coldiretti Puglia, per il lavoro svolto dalla Commissione Agricoltura del Senato che ha approvato in sede deliberante il disegno di legge Mongiello-Scarpa, contenente norme determinanti per la difesa dell’olio di oliva italiano.
Scritte in etichetta più grandi, stop ai marchi ingannevoli e al segreto sui nomi delle aziende che importano olio dall’estero, ma anche test probatorio per la classificazione delle caratteristiche qualitative. Un sistema di norme a tutela dei consumatori e della reale concorrenza tra le imprese, in grado di preservare l’autenticità del prodotto, la veridicità della provenienza territoriale e la trasparenza delle informazioni.
Il provvedimento accoglie le istanze della filiera di produzione e commercializzazione dell'olio di oliva, proponendo una serie di misure, a partire da un'etichettatura che indichi con maggiore chiarezza la provenienza dell'olio, a tutto vantaggio del Made in Italy e dei consumatori. Lo scopo è quello di proteggere la qualità dei nostri oli nazionali e assicurare la corretta informazione sui mercati. “E' necessario predisporre nuove condizioni di leggibilità delle etichette – conclude Salcuni - rivedere la norma sugli alchil esteri per impedire mescolanze con olio di qualità dubbia, contrastare le frodi e le agropiraterie e inasprire le pene. Grazie anche la fatto che il testo è sostenuto da tutte le forze politiche Coldiretti auspica la rapida approvazione di un testo condiviso che introduca norme attese da tempo”.
I numeri…….
L’Italia è il primo importatore mondiale di olio, proveniente per il 74% dalla Spagna, il 15% dalla Grecia e per il 7% dalla Tunisia. Gli oli di oliva importati in Italia vengono, infatti, mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri dove sono state esportate 364mila tonnellate nel 2011. In Puglia nonostante il riconoscimento comunitario per 5 oli DOP (Denominazione d’Origine Protetta) al ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’ e ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’ ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, con un'incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale, è proprio il comparto olivicolo-oleario ad essere maggiormente colpito dal fenomeno delle sofisticazioni.
Nel corso dell’ultimo decennio le importazioni complessive di oli di oliva in Puglia sono cresciute più rapidamente delle esportazioni, confermando il sostanziale deterioramento della posizione competitiva della filiera pugliese sui mercati esteri. Le importazioni complessive di oli di oliva ammontano in media a circa 87.000 tonnellate, di contro le esportazioni si aggirano sulle 38.000 tonnellate. Gli oli stranieri vengono importati principalmente da Spagna, Grecia e Tunisia, acquistati a prezzi più bassi rispetto al prodotto regionale e utilizzati dagli imbottigliatori per l’ottenimento di blend con oli regionali.
