‘Alto gradimento’ dei consumatori rispetto al latte ‘alta qualità’ venduto a Bari a 0,98 euro al litro. Non hanno manifestato lo stesso gradimento gli ipermercati pugliesi rispetto al volantinaggio e alla raccolta firme organizzata all’esterno delle strutture della grande distribuzione, dato che agli allevatori della Coldiretti è stato chiesto in modo brusco di allontanarsi ed in alcuni casi – senza ragioni di ordine pubblico – è stato addirittura richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.
E’ in sintesi il bilancio della manifestazione organizzata dalla Coldiretti in Puglia e in tutte le regioni italiane per ‘difendere la trasparenza’ e ottenere l’indicazione obbligatoria dell’origine del prodotto agricolo alla base di mozzarelle, formaggi, caciocavalli e di tutti i derivati del latte.
“I nostri allevatori – scandisce il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni - non riescono più a coprire i costi di produzione, mentre i consumatori pagano sempre di più i prodotti lattiero-caseari! E ciò nonostante i nostri allevamenti siano i più sicuri e controllati in Europa! Stiamo correndo un grosso rischio, quello di non essere più in grado di tutelare sulla sicurezza alimentare i consumatori, che invece pagano sempre di più per esserlo! Tutto ciò è consentito dalle norme nazionali e comunitarie che permettono di importare e trasformare prodotto proveniente da qualsiasi Paese estero, ma senza doverlo indicare, ostacolando la programmazione della produzione nazionale e impedendo di comunicare ai consumatori il vero contenuto dei prodotti che acquistano. Così l’industria e la Grande Distribuzione Organizzata continuano ad ingannare i consumatori veicolando messaggi poco trasparenti e facendo intendere che il latte e i prodotti caseari sono del territorio, usando immagini e nomi che richiamano l’italianità”.
Il mercato lattiero-caseario conta su una produzione nazionale di 110.000.000 quintali, con un import pari a 86.000.000 quintali. Nella nostra Regione, la produzione è di 3.476.000 quintali di latte e l’import è pari a 1.563.339 quintali. L’import è costituito, oltre che dal latte trattato a lunga conservazione, prevalentemente da prodotti semi-lavorati: cagliate, polvere di latte, caseine, caseinati e altri. La dimensione del fenomeno è in costante crescita e minaccia allevatori e cittadini-consumatori.
“E’ un rischio – incalza il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - che non vogliamo più correre, aspettando inerti la scomparsa dei nostri allevamenti, dei nostri lavoratori e del vero ‘made in Italy’, e il conseguente abbandono dei nostri territori. Non possiamo aspettare nuove pandemie come la Bse e l’aviaria per ottenere maggiore trasparenza e garanzia sui prodotti acquistati dai consumatori. La Grande Distribuzione Organizzata, se vuole, tutto questo lo può cambiare. Sono necessarie regole di mercato trasparenti sulle produzioni lattiero-casearie, al fine di consentire agli anelli finora più penalizzati – gli allevatori e i consumatori, di avere un’equa remunerazione, un giusto prezzo e la garanzia di quello che mangiano”.
Alle istituzioni e alla politica la Coldiretti Puglia chiede:
- l’obbligo di etichettatura con indicazione dell’origine su tutti i prodotti importati dall’estero: cagliate, polvere di latte, caseine, caseinati e altri. Se per legge ciò non fosse possibile, chiede allora l’obbligo di etichettatura con indicazione dell’origine su tutti i prodotti lattiero-caseari italiani: formaggi, latte, mozzarella e altri. E tutto ciò è indispensabile anche e soprattutto per motivi di sicurezza sanitaria! Non possiamo essere prigionieri della Grande Distribuzione Organizzata!
- Lo sviluppo di procedure per acquisire i dati di monitoraggio dei consistenti flussi di entrata di latte e di prodotti caseari, prevedendo una loro costante pubblicazione sui siti internet istituzionali.
- L’intensificazione dei controlli sanitari e sulla qualità dei flussi di latte e dei prodotti caseari che arrivano dall’estero.
- L’applicazione immediata dei contenuti della Legge regionale 19 dicembre 2008 n. 38 “Norme per il sostegno al consumo dei prodotti agricoli regionali”.