18 Marzo 2008
LATTE

Si riaccende la vertenza del prezzo del latte alla stalla. Domani sera, alle ore 19,00, presso la Sala Punto Verde di Noci, gli allevatori pugliesi si riuniranno per decidere quali strategie di lotta mettere in campo.
“I trasformatori ci stanno costringendo – tuona il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni – a riaprire il fronte della protesta, dato che alcuni caseifici – pur riconoscendosi nelle sigle firmatarie dell’accordo regionale sul prezzo del latte alla stalla – non stanno di fatto rispettando gli impegni assunti al tavolo delle trattative. In tal senso sarà determinante l’esito dell’incontro convocato dall’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari”.
Si tratta dell’ennesimo strappo all’interno della filiera lattiero-casearia, dopo che con il vecchio prezzo di 0,403 euro pagato dai trasformatori da novembre scorso, gli allevatori pugliesi hanno già perso oltre 7 milioni di euro, rispetto ai prezzi reali di mercato.
“Non possiamo che dare voce alle legittime istanze degli allevatori pugliesi – ha annunciato il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio – i quali chiedono che i trasformatori responsabilmente vengano incontro alle istanze del mondo agricolo e soprattutto rispettino l’accordo sottoscritto, grazie anche alla mediazione dell’Assessore regionale Russo e del Vicepresidente della Giunta Frisullo, il 17 gennaio scorso. Noi ci stiamo ponendo in maniera costruttiva rispetto al mondo della trasformazione per realizzare un vero distretto produttivo lattiero-caseario, il quale deve trovare ragion d’essere in un accordo serio di filiera. Saremo pronti a riconoscere anche pubblicamente il comportamento corretto di quei caseifici pronti a rispettare gli impegni assunti”.
D’altro canto grave e irrisolto risulta il problema della sicurezza alimentare e dei prodotti spacciati per pugliesi, quando, invece, sono ‘costruiti’ non con il latte della Puglia, bensì con materia prima proveniente da Paesi UE ed extra UE e che, dopo la trasformazione industriale, diventano miracolosamente ‘made in Puglia’, a totale nocumento dell’economia zootecnica regionale e della salute dei consumatori.
“E’ evidente, dunque, la necessità – conclude il Presidente Salcuni - che sull’etichetta dei prodotti lattiero caseari (mozzarella, cacioricotta, caciotta, burrata, caciocavallo, ecc..) venga riportato obbligatoriamente con chiarezza e massima evidenza la provenienza del latte, oltre all’eventuale utilizzo delle cagliate o paste fuse e, quindi, il Paese d’origine di questi prodotti”.

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