“LA TUTELA DEI CONSUMATORI AL TEMPO DELLA CRISI”
Per un consumatore su quattro (24%) delle regioni del Mezzogiorno un alimento realizzato con prodotti coltivati o allevati interamente in Italia, rispetto ad uno ‘fatto’ con ingredienti stranieri vale almeno il doppio. I dati sono inconfutabili: il Sud è molto attento e sensibile alla sana alimentazione, battendo il Centro Nord di 2 - 8 punti percentuali. La Puglia, poi, vince a mani basse la sfida della crisi dei consumi. E’ proprio il segmento del food a guidare una sorta di mini risalita dell’economia pugliese, dove il consumi di prodotti agroalimentari di qualità tiene e trascina gli altri comparti decisamente in affanno.
La famiglia pugliese (2/3 componenti) spende in media ogni mese 419 euro per i consumi alimentari. Il capitolo di spesa più consistente riguarda carne (96 euro), ortaggi e frutta (74 euro), pane e farinacei (66 euro), latte, formaggi e uova (63 euro), oli e grassi (13,7 euro).
“Oggi – ha dichiarato Loredana Capone, Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia – i consumatori sono attenti alla qualità dei prodotti e al loro costo che, grazie alla riduzione dei passaggi della filiera, è stato ridotto. Altra attività fondamentale è il miglioramento della qualità della vita con riferimento all’alimentazione. L’Italia ha la maglia nera dell’obesità fra i bambini, un dato incomprensibile se si pensa alla nostra dieta mediterranea, rientrata nel patrimonio dell’UNESCO perché rappresenta l’alimentazione più sana al mondo. In questi giorni abbiamo organizzato incontri per sensibilizzare le famiglie su questo tema e per i giovani consumatori abbiamo attrezzato un orto, dove stanno ‘vedendo’ e ‘imparando’ come si coltiva, perché così come conoscono il funzionamento di un programma sul pc, devono sapere come nasce una pianta. Dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni il rispetto della nostra terra. Occorre, infine, un equilibrio tra lo sviluppo economico e le esigenze del settore agroalimentare – ha concluso l’Assessore - per ridurre l’impatto ambientale, implementando la produzione senza intaccare la qualità, da anni in costante crescita. Continueremo a tutelare il settore e ad agevolare questo processo”.
Con la crisi aumenta il rischio frodi a tavola con l’utilizzo di ingredienti di bassa qualità per ridurre i costi mentre oltre un certo limite sul cibo non è possibile risparmiare se non si vuole mettere a rischio la salute. Le frodi alimentari scoperte in Italia hanno portato complessivamente al sequestro di quasi 20 milioni di chili di prodotti alimentari e bevande per un valore di 468 milioni di euro nel 2012. Le preoccupazioni riguardano anche il fatto che l'Italia è un forte importatore di prodotti alimentari, con il rischio concreto che nei cibi in vendita vengano utilizzati ingredienti di diversa qualità come il concentrato di pomodoro cinese, l'extravergine tunisino, la cagliata di latte della lituania o il prosciutto olandese spacciato per nazionale. E’ necessario stringere le maglie troppo larghe della legislazione comunitaria con l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per garantire trasparenza negli scambi commerciali, agevolare l’attività ispettiva e difendere i consumatori ed i produttori dal rischio di frodi ed inganni.
“Il Mercato di Campagna Amica è una iniziativa – ha spiegato Toni De Amicis, Direttore generale di Fondazione Campagna Amica - nata dalla esigenza di far incontrare i produttori ed i consumatori in un mercato senza alcuna intermediazione, al fine di ottenere il contenimento dei prezzi e garantire alle famiglie un maggiore potere di acquisto, assicurando, altresì, sicurezza sull'origine e sulla qualità dei prodotti. Al progetto hanno aderito le associazioni dei consumatori Adoc, Codacons, Adusbef, Federconsumatori e Adiconsum. In quest’ottica vanno incoraggiati accordi per favorire i consumi di alimenti sani – ha concluso - strettamente legati al territorio nei luoghi pubblici: dalle scuole agli ospedali, dalle caserme ai luoghi di lavoro, un obiettivo che Campagna Amica sta perseguendo ormai da anni grazie a varie iniziative come l'accordo firmato con la sanità militare per la fornitura di prodotti ortofrutticoli e al progetto “Educazione alla Campagna Amica” nelle scuole”.
Non ha subito flessione alcuna la spesa nei Mercati di Campagna Amica della Puglia. I risultati sono assolutamente confortanti dato che i 105 Mercati regionali contano 4.220 giornate di apertura, 810 produttori coinvolti, 2.500.000 scontrini battuti, 15 milioni di euro di fatturato, 23mila giornate lavorative (tra lavoro autonomo e dipendente), 2.000 tonnellate di prodotto commercializzato e un valore garantito alle imprese agricole del +30%. Risultati che confermano la grande opportunità offerta ai consumatori pugliesi di acquistare frutta, verdura e altri prodotti della dieta mediterranea, considerati indiscutibilmente essenziali per garantire una buona salute e un importante elemento di crescita delle giovani generazioni”. Ulteriore scacco alla crisi con la ‘Braceria di Campagna Amica’, a Bari in Via Papalia 2/a, la prima in Italia, dove i cittadini-consumatori possono degustare carne e pesce dei produttori pugliesi a prezzi ‘salva tasca’.
L'obiettivo è quello di consentire la conoscenza diretta di produzioni locali scarsamente pubblicizzate dalla comunicazione di massa che spesso orienta il consumatore verso quei prodotti d'immagine di cui si ignora l'origine, per lo più di produzione estera.
Il 52 per cento delle famiglie pugliesi ha ridotto gli sprechi facendo la spesa in modo più oculato magari direttamente dal produttore con l’acquisto di cibi più freschi che durano di più, il 34 per cento riducendo le dosi acquistate, il 27 per cento utilizzando quello che avanza per il pasto successivo e il 18 per cento guardando con più attenzione alla data di scadenza. Le esperienze del passato portano gli anziani a sprecare meno dei giovani e le famiglie meno dei single, spesso costretti ad acquistare maggiori quantità di cibo in mancanza di formati adeguati.
I risultati di un’indagine promossa dal Ministero della Salute indicano che all’età di 9 anni in città campione della Puglia il 23,9% dei bambini è in sovrappeso ed il 13,6% è obeso, confermando la più elevata prevalenza di obesità nelle regioni del sud. Oggi meno della metà (45%) dei giovani di età compresa tra i 12 e i 19 anni consuma frutta tutti i giorni, come conferma il Rapporto sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza, realizzato da Eurispes in collaborazione con Telefono Azzurro, che per l'occasione ha intervistato oltre cinquemila ragazzi. Ma la stessa indagine rileva che i giovani non consumano frutta solo a tavola con la famiglia, ma in un caso su dieci (9,6%) anche come snack fuori pasto preferendola secondo Eurispes alle merendine (8,2%), alle patatine fritte (6,4%), alla cioccolata e caramelle (6,2%) anche se la pizza è al top del consumo con il 24,3% delle preferenze, seguita da gelati e yogurt con il 20,8% e infine dai panini con il 16,1%. Per questo, in occasione della terza edizione della Settimana del Consumatore, è stato realizzato l’Orto in Fiera, dove i bambini delle scuole dell’obbligo stanno imparando come si semina, come si raccolgono i frutti della terra, di quale colore sono gli ortaggi acerbi e quelli maturi, ovvero stanno seguendo ‘lezioni di agricultura’ a cielo aperto alla Fiera del Levante. Al convegno hanno partecipato alunni e studenti, accompagnati da genitori e insegnanti, della scuola primaria dell’Istituto Preziosissimo Sangue di Bari, dell’Istituto Alberghiero Majorana di Bari e della Scuola di Alta Formazione e Ricerca Celips.