23 Settembre 2009
INFLAZIONE: GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE PROMOSSA DA ADOC, COLDIRETTI E FEDERCONSUMATORI CONTRO IL CAROVITA.

Il 30 percento dei consumatori ha disertato, stamani, negozi e supermercati: questo il risultato della ‘Mobilitazione contro il carovita’, emerso dal sondaggio effettuato in Puglia.
La scandalosa crescita tendenziale dei prezzi degli alimentari dell'1,2 per cento nel solo mese di agosto è senza alcuna giustificazione di sei volte superiore al valore medio dell'inflazione (+ 0,2 per cento) e nonostante il crollo del 16 per cento dei prezzi agricoli. Il record della riduzione nei campi si è verificato per i cereali,  come frumento e mais, con un crollo dei prezzi alla produzione del 31 per cento rispetto allo scorso anno, mentre i prezzi di pane e pasta hanno continuato ad aumentare, nonostante la multa di 12,5 milioni, comminata dall'Antitrust al “cartello di pastai” che ha messo in essere un'intesa restrittiva della concorrenza finalizzata a concertare aumenti del prezzo di vendita della pasta secca di semola da praticare al settore distributivo.
E’ in sintesi la piattaforma su cui si è sviluppata in Puglia la ‘Mobilitazione contro il carovita’ che ha visto impegnati nella battaglia di ridare ai consumatori potere d’acquisto ADOC Puglia, Coldiretti Puglia e Federconsumatori Bari.

“Il moltiplicarsi dei prezzi dal campo alla tavola – denuncia il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni - ha determinato una sostanziale modifica delle abitudini alimentari del 75 per cento delle famiglie, con oltre la metà che ha variato la tipologia di prodotti acquistati. I prezzi degli alimenti si moltiplicano per cinque volte dal campo alla tavola e per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben  60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all'industria alimentare e appena  17 centesimi agli agricoltori, con una forbice che tende ad allargarsi”.

In campagna sono in calo le quotazioni di vini e oli di oliva che su base annua hanno registrato, rispettivamente, contrazioni del 23,6 per cento e del 20,4 per cento, e anche della frutta (-21,7 per cento) che però al supermercato aumenta del 2,6 per cento. Nell'attività di allevamento il confronto su base annua segnala una variazione negativa per i prezzi alla produzione di suini (- 4,9 per cento) e bovini (- 5,8 cento). Ancora più accentuato il calo delle quotazioni dei lattiero-caseari, che rispetto al giugno 2008 registrano in media una flessione del 14,7%, mentre segnano un meno 1,1% i prezzi degli ovicaprini.

“La pesante crisi sta mettendo a dura prova – dichiara preoccupato il Presidente di ADOC Puglia, Giuseppe Salamon - i bilanci familiari ma i rincari dei prodotti alimentari, come quelli ingiustificabili del pane e della pasta, e i ricarichi aggiuntivi dovuti ai vari intermediari, sono sempre in salita. C’è chi sostiene che sia in atto una costante decrescita dell’indice dei prezzi al consumo. Intanto, vuoi per il settore trasporti, vuoi per l’energia, ma anche l’aumento medio del 3,5% dei testi scolastici, stanno facendo risalire l’inflazione. Insomma, la situazione non sembra possa migliorare nel breve periodo”.

Per questo Coldiretti Puglia, ADOC Puglia e Federconsumatori Bari chiedono la detassazione di 1.200,00 € l’anno per le famiglie a reddito fisso e i pensionati e il controllo dei prezzi che porti ad un abbattimento del 20% degli stessi in tutti i settori merceologici.   
                                                      

“Le famiglie italiane – rende noto Giovanni Di Iorio, responsabile della Federconsumatori Bari - hanno ridotto i consumi del 2,6% per ragioni molto semplici, quali: il rischio di perdere il posto di lavoro (37%), l’assottigliarsi del risparmio accumulato negli anni (37%), il peggioramento della propria situazione economica (45%), la previsione di una crisi che, dichiarano, durerà almeno per un anno ancora (50%). Infatti, il reddito disponibile è sceso dello 0,4% e, in particolare, chi è rimasto senza lavoro ha diminuito del 17% le spese rinunciando ai regali, ad una breve vacanza, all’acquisto di capi di abbigliamento (57%), agli alimenti le cui vendite sono diminuite dell’1,6%. Complessivamente, una riduzione delle vendite pari al 2%”.

“Abbiamo deciso di sostenere l’iniziativa – precisa il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio – per dimostrare ancora una volta ai consumatori che la causa dei prezzi alti dei prodotti agricoli non è addebitabile al mondo agricolo, come è chiaramente dimostrato dalla forbice larga tra i costi dei prodotti agroalimentari all’origine e quelli finali che i cittadini sono costretti a pagare. Il nostro obiettivo è ribadire, peraltro, l’importanza della tracciabilità e dell’origine dei prodotti, garantita nei ‘Mercati di Campagna Amica’ gestiti direttamente dagli imprenditori agricoli, dato che le speculazioni sono ingenerate anche dalla mancata informazione relativa ai luoghi di provenienza. Troppo spesso i prodotti agricoli vengono spacciati per pugliesi e per questo riescono a spuntare prezzi più alti, quando di pugliese non hanno proprio nulla”.

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