31 Luglio 2008
INFLAZIONE

Per ogni euro speso, 60 centesimi vengono assorbiti dalla distribuzione commerciale, 23 centesimi dalla trasformazione e solo 17 servono a remunerare il prodotto agricolo
 
Con un +13% ed un +25%, il pane e la pasta fanno registrare un record storico dei prezzi di vendita, a tutto svantaggio dei consumatori. Di contro i consumi di prodotti agroalimentari pugliesi ristagnano o addirittura diminuiscono del 10%. “Restano enormi – denuncia il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni - le distorsioni esistenti nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola, durante il quale i prezzi si moltiplicano in modo esponenziale e i centesimi si trasformano in euro: per ogni euro speso nell’acquisto di prodotti alimentari, 60 centesimi vengono assorbiti dalla distribuzione commerciale, 23 centesimi dalla trasformazione e solo 17 servono a remunerare il prodotto agricolo”.
Emblematico proprio il caso dei prodotti cerealicoli: nel passaggio dal grano al pane, per esempio, il prezzo aumenta quasi del 1100 per cento e tra gennaio e aprile di quest'anno i prezzi della pasta hanno continuato a correre, aumentando in soli 3 mesi  del 17%.
“Per sventare almeno parzialmente tali fenomeni – continua il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - si sta diffondendo sempre più la vendita diretta dei prodotti agricoli in azienda, opportunità sia per il produttore che per il consumatore nell’ottica della sicurezza alimentare e di un rapporto trasparente impresa agricola-cittadino. Per questo il protocollo d’intesa siglato da Regione Puglia e ipermercati sulla riduzione dei contenitori è da valutare positivamente sotto il profilo ambientale se circoscritto alla commercializzazione di detersivi. Invece, ci preoccupa per la vendita dei prodotti agroalimentari tramite i dispenser, a partire proprio da latte, olio e/o pasta. Oltre a dover essere studiata adeguatamente da un punto di vista igienico-sanitario, non risponde all’esigenza di garantire l’origine certa degli alimenti offerti ai consumatori, dato che l’assenza delle confezioni comporta la conseguente assenza di etichettatura”.
Intanto, i farmers market di Bari e Taranto risentono dello svuotarsi delle città per il periodo estivo e segnano un calo tra il 30 ed il 60% delle vendite.
A seguito dei rincari nei prezzi tre italiani su quattro hanno cambiato le abitudini alimentari principalmente variando il menu della spesa, aumentando l'attenzione riposta nella lettura dell'etichetta e prestando più attenzione alla provenienza dei cibi a favore di quelli locali, così come rilevato dall’Indagine Coldiretti-SWG “Le opinioni di italiani e europei sull'alimentazione”.

SONDAGGIO

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