10 Novembre 2015
GUERRA DEL LATTE

 GUERRA DEL LATTE: ‘CARI CONSUMATORI, OCCHIO AL PREZZO DI PRODOTTI
CHE SPESSO NON SONO ITALIANI’
Oggi gli allevatori pugliesi hanno munto all’ombra dell’Ipercoop di Bari Japigia

‘Giusto prezzo per il giusto latte!’, ‘Di latte ce n’è uno solo: quello italiano!’, ‘Perché truffare i consumatori??’, sono solo alcuni degli slogan della manifestazione nazionale di Coldiretti ‘La Guerra del Latte’ che si è trasferita dal centro di distribuzione dei prodotti Ospedaletto Lodigiano (Lodi) della multinazionale francese Lactalis che detiene i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli, a Bari, dinanzi al centro commerciale Ipercoop Mongolfiera di Japigia.  Il prezzo del latte fresco moltiplica quattro volte nel passaggio dalla stalla allo scaffale ma agli allevatori non rimangono neanche quei pochi centesimi necessari per dare da mangiare agli animali.
“Il prezzo del latte alla produzione in Puglia è oggi ben al di sotto – ha spiegato il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - dei costi di produzione del latte stesso. I nostri allevamenti versano in una grave situazione, dovuta non solo alla crisi, ma anche e soprattutto a queste evidenti anomalie di mercato. L’industria ha deciso unilateralmente di tagliare i compensi per il latte alla stalla di oltre il 20 per cento in meno rispetto allo scorso anno. A farne le spese gli allevatori e i consumatori ignari perché manca l’etichettatura dell’origine del latte che, fatta eccezione per il latte fresco e i formaggi DOP, consente d’importare latte e prodotti caseari dall’estero e trasformarli in prodotti «italiani» rendendo indistinto oltre il 40% della produzione nazionale”.
La giornata è stata l’occasione per comunicare con i consumatori piccoli e grandi, a cui è stato mostrato come si munge una mucca, la docile ‘Prima’, e quale è il procedimento per far ‘filare’ una mozzarella. Ai consumatori in erba delle scuole di Japigia San Francesco e Don Orione è stata offerta la ‘colazione del fattore’, una sana e tutta ‘made in Italy’ colazione a base di pane di Altamura DOP e ricotta di vero latte pugliese.
“Solo una busta di latte UHT su 4 venduta in Italia è prodotta con latte italiano. Oltre all’inganno a danno dei consumatori – ha spiegato il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti -  si tratta di concorrenza sleale nei confronti dei trasformatori che utilizzano esclusivamente latte fresco. Infatti, per produrre un chilogrammo di mozzarella si sostengono costi per il latte di almeno 3,5 euro/kg, per cui il prezzo al pubblico di un kg di mozzarella vaccina di qualità non dovrebbe essere inferiore ai 7,5/8 euro/kg. I consumi, pur in calo congiunturale, sono comunque buoni e la domanda del nostro mercato interno risponde ancora positivamente”. La vita o la morte di molte stalle sopravvissute fino ad ora in Puglia - dipende da almeno 5 centesimi per litro di latte che si ricavano dalla differenza tra i costi medi di produzione pari a 38-41 centesimi e i compensi riconosciuti scesi a 34 centesimi al litro.
In Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali, e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, ‘manipolati’ e trasformati in prodotti lattiero-caseari “Made in Puglia”. Per questo in soli 10 anni in Puglia hanno chiuso circa 3.800 stalle, una agonia veloce e drammatica degli allevamenti, con un crollo pari ad oltre il 58% del patrimonio zootecnico pugliese. 
Sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà  appena 2.700 stalle, a causa principalmente del prezzo del latte, oggi ben al di sotto dei costi di produzione del latte stesso. In particolare i mangimi (+9,1%) ed il costo energetico (+8%) hanno notevolmente appesantito il bilancio delle aziende zootecniche regionali  e, ad oggi, si può calcolare un costo medio di produzione del latte nell’intervallo tra i 41 e 43 €uro/quintale alla stalla. I nostri allevamenti versano in una grave situazione, dovuta non solo alla crisi, ma anche e soprattutto a queste evidenti anomalie di mercato.
Gli allevatori chiedono un adeguamento dei compensi in esecuzione della legge 91 del luglio 2015 che - sottolinea la Coldiretti -  impone che il prezzo del latte alla stalla riconosciuto agli allevatori debba commisurarsi ai costi medi di produzione che variano da 38 a 41 centesimi al litro. In altre parole - spiega la Coldiretti - gli allevatori devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè al bar, quattro litri per un pacchetto di caramelle, quattro litri per una bottiglietta di acqua al bar e quasi 15 litri per un pacchetto di sigarette.

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