11 Marzo 2009
GRANO

Intanto continuano gli sbarchi di prodotto proveniente dall’estero
 
“La riunione ha preso la consueta piega, paradossale e inaccettabile. La Commissione prezzi convocata presso la Camera di Commercio di Foggia ha stabilito un ribasso del prezzo del grano duro di ulteriori 40 centesimi al quintale e siamo riusciti ad arginare il danno, perché industriali e commercianti avevano chiesto una riduzione di 1 euro al quintale. E’ arrivato il momento di ragionare seriamente sull’opportunità di tenere in piedi organismi che, pur non essendo borse merci quanto piuttosto semplici commissioni di rilevamento dei prezzi, da mesi stanno esercitando un forte potere distorsivo sull’andamento di mercato del grano duro. Il mondo agricolo continua ad assistere ad un  prezzo in caduta libera, passato dai 50 euro al quintale della scorsa campagna a 21,80 euro al quintale dell’attuale, nella migliore delle ipotesi. E al danno si aggiunge la beffa delle importazioni di grano dall’estero, basti pensare che è attraccata nel porto di Barletta una nave carica di grano greco”. Il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, preannuncia clamorose azioni di protesta contro i continui sbarchi di navi provenienti da tutto il mondo, il cui grano viene regolarmente utilizzato per produrre pasta ‘made in Puglia’.
“Continuano ad essere massicce le importazioni di grano dall’estero – scandisce il Presidente Salcuni – nonostante gli industriali parlino di una diminuzione considerevole dei quantitativi importati dalle 405mila tonnellate del 2007 alle 235mila tonnellate del 2008 e garantiscano di utilizzare solo il 20% di grano estero. E’ la dimostrazione che, pur essendo opportuna la decisione della Commissione Europea di ripristinare i dazi doganali sulle importazioni in Europa, il provvedimento non è sufficiente, dato che sono stati reintrodotti i dazi relativi ai cereali, eccezion fatta proprio per il grano duro di media e alta qualità”.
Tutto ciò si traduce in un danno evidente a carico degli imprenditori pugliesi che non riescono a spuntare prezzi equi e remunerativi e a carico dei consumatori che non sanno con quale grano sono prodotti il pane e la pasta che acquistano. Per non parlare dei prezzi che si moltiplicano del 1650% dal grano al pane e del 930% dal grano alla pasta.
“Il prezzo del grano ha registrato una flessione continua negli ultimi mesi – incalza il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio – mentre i costi di pane e pasta non accennano a diminuire. A ciò si aggiunge l’annoso problema dell’origine del prodotto agricolo. La Puglia è la regione cerealicola leader in Italia con una Produzione Lorda Vendibile di 230milioni di euro. Nonostante ciò, gli industriali della pasta utilizzano solo il 20% di prodotto regionale, mentre sono 800.000 le tonnellate di grano duro che arrivano nel nostro Paese da Canada, Bangladesh, Sud America, Messico e Texas….per produrre pasta "Made in Italy" senza che sia indicato in etichetta. Abbiamo chiesto il potenziamento della dotazione di mezzi e risorse umane di tutti gli Organi di controllo operanti nella regione Puglia, prevedendo, altresì, la istituzione a Foggia del Nucleo Antisofisticazioni ed in Puglia del Nucleo Antifrode, rispettivamente dei Comandi dei Carabinieri Tutela della Salute e Politiche Agricole, in previsione dell’insediamento dell’Agenzia per la Sicurezza Alimentare”.
E’ stato chiesto anche l’avvio delle procedure tese a validare metodi innovativi di analisi, utili alla caratterizzazione dell’origine, in fase ormai avanzata sia per l’olio extravergine di oliva che per le produzioni zootecniche e ribadisce con forza l’esigenza di dare corso ai Decreti che prevedano l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine dei prodotti agricoli, in particolare per il grano duro con cui viene confezionata la pasta ad uso alimentare, ma anche per le altre produzioni agroalimentari.

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