Dal sit-in del 13 ottobre presso il porto di Manfredonia la situazione si è ulteriormente aggravata
“Riteniamo necessario l’intervento del Presidente della Regione, coadiuvato dagli Assessori alle Attività Produttive ed alle Risorse Agroalimentari, per riunire le Organizzazioni di categoria del mondo agricolo, delle industrie molitorie e pastaie, al fine di individuare un percorso che rilanci e valorizzi la filiera, anche alla vigilia dei relativi Piani Integrati, contenuti nella Programmazione dei Fondi Strutturali”. Il Consiglio Direttivo della Coldiretti Puglia ha ritenuto di dover interessare il Presidente della Giunta regionale, Nichi Vendola, “di una problematica che ha già assunto toni di forte tensione nelle scorse settimane – si legge nella lettera - con il rischio di pericolosi percorsi degenerativi che si innestano su ulteriori contingenti criticità”.
Dall’inizio dell’anno ad oggi il prezzo del grano è crollato dai 50 euro del 2007 ai 24 euro del 2008, in assoluta controtendenza rispetto al costo della pasta, il cui prezzo dal campo alla tavola si moltiplica del 1650%. A nulla sono serviti i continui richiami al senso di responsabilità che la Coldiretti Puglia ha lanciato alle altre componenti della filiera cerealicola. “Questa situazione – dice il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, nella missiva - determina non solo una insopportabilità dei costi di produzione per i cerealicoltori che, ormai già in periodo di semina, potrebbero scegliere di non investire a grano duro i propri terreni ma, altresì, un inasprimento di tensioni con sviluppi incontrollabili. Ciò innescherebbe una serie di reazioni a catena, con un danno per l’intera filiera e, quindi, per l’economia regionale, che nella pasta trova uno dei suoi più importanti testimonial nel mondo”.
I silos sono stracolmi di grano che gli imprenditori cerealicoli non riescono a vendere, mentre il provvedimento di reintroduzione dei dazi ha di fatto deluso le aspettative, lasciando fuori proprio il grano duro di media e alta qualità. “Dal sit-in del 13 ottobre scorso presso il porto di Manfredonia – conclude Salcuni nella lettera – si è ulteriormente aggravata la situazione, al punto che le quotazioni del grano duro sono giunte a sfiorare i 24 euro a quintale, quindi con un dimezzamento del prezzo al produttore rispetto allo scorso anno, in cui anche per i mezzi tecnici di produzione sono stati adeguati i costi che, ovviamente, non sono calati in presenza di un crollo del prezzo del grano. Il medesimo comportamento ha avuto il prezzo al consumo della pasta per il quale, anzi, si è registrato un ulteriore aumento”.
Intanto, si profila all’orizzonte la nuova vertenza ‘olio extravergine di oliva’.
7 Novembre 2008
GRANO