18 Marzo 2017
FITOPATOLOGIE

XYLELLA: COLDIRETTI PUGLIA, 140MILA ETTARI INFETTI INDENNIZZI E RIMBORSI PER ESPIANTI MAI EROGATI; PRONTI IN CASSA OLTRE 13MLN DI EURO

Spy story, denunce alla magistratura e al TAR, battaglie a suon di carta bollata, sequestri di alberi e computer, strumentalizzazioni politiche dell’ultima ora. Quanto è accaduto a partire dal 2012, da quando furono segnalati a Parabita i primi anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo, ha consegnato l’attuale scenario spettrale, chiaramente visibile a Lecce, Brindisi e Taranto, causato dalla Xyella Fastidiosa che ha disseccato migliaia di ulivi, una delle peggiori fitopatie al mondo. Per questo Coldiretti Puglia ha voluto ripercorrere con il Presidente della Regione Emiliano le tappe dell’emergenza e lo ha fatto chiamando a raccolta 1500 agricoltori, cooperative, vivaisti provenienti da tutta la Puglia, con un rappresentativo corteo di 200 trattori che sin dalle prime luci dell’alba ha lasciato le campagne alla volta di Lecce, uniti da un unico slogan ‘Riprendiamoci il nostro futuro!”. Presenti, oltre all’Assessore all’Agricoltura regionale Di Gioia, con le fasce tricolore i rappresentanti dei Comuni di Squinzano, Carpignano Salentino, Cavallino, Acquarica del Capo, Sternatia, Collepasso, Diso, Presicce, Maglie, Minervino di Lecce, Palmariggi, Surbo, Carmiano, Vernole, Tuglie, Supersano, Matino, Galatone, Casarano, Lecce, Miggiano, Racale, Leverano, Ugento, Nardò.
“Gli ettari olivetati tra Lecce, Brindisi e Taranto – ha denunciato il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, rivolgendosi al Presidente della Regione Puglia Emiliano - che per approssimazione al momento risultano compromessi dalla Xylella fastidiosa sono 140mila. La malattia, oggi riconosciuta anche da chi irresponsabilmente ne ha sempre negato l’esistenza, avanza inesorabilmente. Ci sono agricoltori senza reddito da anni, a cui vanno date risposte immediate e ineludibili. La Regione Puglia deve richiedere al Ministero delle Politiche Agricole con ogni urgenza un secondo provvedimento di declaratoria di stato di calamità naturale, a valere sulla Legge 102/2004, che ricomprenda anche le aree dichiarate infette negli ultimi 2 anni, in modo da poter completare a stretto giro l’istruttoria delle pratiche degli olivicoltori che potranno attingere alla risorse del Fondo di solidarietà nazionale, per cui risultano stanziati al momento 11 milioni di euro a disposizione delle aziende agricole danneggiate dal patogeno da quarantena”. Dei 13 milioni di euro che l’ex Commissario per l’emergenza Silletti aveva a disposizione, 2,6 milioni di euro, destinati a rimborsare l’estirpazione coatta, giacciono incredibilmente nelle casse della Regione, in attesa di una manovra di assestamento di bilancio. A ciò va aggiunto il necessario sostegno per la moratoria su crediti, mutui e contributi, in modo da far ‘respirare’ le aziende, anche grazie alla misura 5.2 del PSR Puglia contro le calamità.
Intanto, l’Ue ha cambiato atteggiamento rispetto alla Puglia, grazie al primo serio piano di monitoraggi avviato dalla Giunta Emiliano e per i primi tentativi di sperimentazione. “L'apertura dell'Unione Europea alla possibilità di reimpianto di nuovi uliveti resistenti nell'area affetta da Xylella fastidiosa è una risposta all'impegno nella sperimentazione per dare un futuro agli olivicoltori che ormai da tre anni sono senza reddito. E il segnale di apertura – ha chiesto Cantele ad Emiliano - va sostenuto facendo pressing concreto e serio sull’UE, fino alla decisione definitiva attesa proprio nel mese di marzo 2017”. Il Salento Open field lab è la risposta più immediata che può essere data al territorio e non va limitata ai pochi ettari già avviati alla sperimentazione. “Le aziende possono e devono diventare parte integrante di un sistema di caratura internazionale – ha spiegato Cantele - dove tutta la ricerca mondiale possa trovare le condizioni migliori per mettere in sinergia conoscenze e metodologie di approccio, sgombrando il campo dagli equivoci di cui si nutre chi oggi specula sul destino della Puglia”.
L’olivicoltura rappresenta uno dei principali comparti produttivi dell’agricoltura pugliese. I dati dell’ultimo censimento indicano una consistenza di circa 227mila aziende e una superficie agricola utilizzata (SAU) di 373mila ettari. La coltivazione dell’olivo è prevalentemente orientata alla produzione di olive da olio.
“Intanto, la gestione della malattia ha portato ad una diminuzione del 20 percento della capacità produttiva del Salento. Non può essere perpetuato l’errore – ha incalzato Cantele - di non agire nelle aree dove la Xylella non è ancora insediata e dove ogni singolo focolaio va affrontato secondo normativa, cercando al più presto di contrattare con UE, proponendo misure meno drastiche basate su monitoraggi pianta per pianta e lotta al vettore, proprio nel momento in cui il potere contrattuale è tornato ad essere quello di un Paese credibile. Al contempo va imposta la pulizia delle aree demaniali e dei bordi di strade comunali, provinciali, statali e autostradali, richiamando alla responsabilità le amministrazioni pubbliche anche attraverso precisi accordi con l’ANCI”.
Sono state sollevate anche le problematiche legate alla grande valenza socio economica del comparto vivaistico salentino, messo a dura prova dal blocco imposto dalle norme comunitarie e al problema dell’esubero di legno. Secondo Coldiretti Puglia va ipotizzata una filiera agricola, utilizzando la presunta grande disponibilità di legna da potatura che sarà generata nei prossimi mesi/anni al fine di poterla convogliare, previa autorizzazione con procedura trasparente e burocraticamente snella, presso strutture cooperative esistenti per la produzione di cippato, pellets o tronchetti di legna da destinare alla vendita al dettaglio.

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