1 Dicembre 2017
FITOPATOLOGIA

XYLELLA: COLDIRETTI PUGLIA, UE NON FACCIA COME PONZIO PILATO; TAVOLO REGIONALE PERMANENTE PER COORDINAMENTO E COMUNICAZIONE STRATEGIE

“Posto che le responsabilità dei ritardi sulla Xylella fastidiosa sono a 360 gradi e finalmente pare ci sia la presa d’atto della gravità della situazione, serve un tavolo regionale permanente che si occupi di coordinare attività di prevenzione, contrasto e comunicazione, e che dia risposte concrete al mondo olivicolo sul futuro dopo gli abbattimenti. A livello nazionale è necessario che vengano adottate norme straordinarie urgenti che superino le lungaggini e le strettoie normative che finora hanno di fatto impedito alla Regione Puglia di procedere in molte aree agli abbattimenti stessi. Pur condividendo la posizione di Andriukaitis, l’UE non può fare come Ponzio Pilato sugli indennizzi da riconoscere agli olivicoltori che hanno subito e dovuto affrontare in solitudine l’aggressione del patogeno da quarantena Xylella Fastidiosa e devono fare i conti con ingenti perdite di reddito presenti e future. Perchè è drammatica la conta dei danni sia per il valore inestimabile degli ulivi colpiti perché millenari e centenari e in caso di estirpazione per il valore del soprassuolo distrutto". E’ il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla dichiarazione del commissario Ue alla salute Vytenis Andriukaitis, al termine della riunione di alto livello sulla Xylella a Parigi che ha evocato conseguenze "disastrose" che il patogeno si propaghi a nord se non si darà seguito ad un serio programma di abbattimenti.
“L’UE ha gravi responsabilità – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - circa gli inaccettabili ritardi nell’affrontare l’emergenza fitosanitaria causata dalle frontiere colabrodo. La mancanza di efficaci misure di controllo alle frontiere e del doveroso embargo avverso le aree da cui proviene il batterio che sta distruggendo gli ulivi salentini, come ad esempio il sud America al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto, hanno causato un danno irreparabile all’olivicoltura salentina. Ora l’UE non può lavarsene le mani come se nulla fosse accaduto, anche perché finora molto ha fatto per la ricerca, ma non ha ancora neppure ipotizzato concrete misure di sostegno ai territori colpiti”.
Le aziende agricole salentine sono per il 92% dedite alla coltivazione dell’olivo, che occupa il 60% della SAU provinciale. Le piante di olivo presenti sono quasi 11milioni, prevalentemente delle cultivar Cellina di Nardò, Ogliarola Salentina, Leccino e Pizzuta, mentre è piuttosto bassa la presenza della cultivar Coratina.
La gran parte delle aziende olivicole salentine, oltre 51mila unità (il 77% del totale), sono specializzate nella coltivazione dell’olivo, ossia ricavano da questa coltura più di due 2/3 del proprio reddito. Queste aziende detengono circa 92mila ettari di superficie, pari al 95% della SAU olivicola provinciale.

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