30 Giugno 2009
ETICHETTATURA

“Basta con i boicottaggi ai danni del ‘made in Puglia’ dell’olio. Basta con gli inganni ai danni dei consumatori. Basta con la mortificazione della professionalità degli imprenditori olivicoli pugliesi. Finalmente il 1° luglio 2009 entra in vigore l'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle olive impiegate per produrre l’olio vergine ed extravergine di oliva. Grazie al Regolamento (CE) 182 del 6 marzo 2009, che modifica il Regolamento (CE) 1019/2002, non sarà più possibile spacciare come ‘made in Italy’ l’extravergine ottenuto da miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine, senza alcuna informazione chiara e trasparente. L'estensione dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle olive impiegate per produrre l’olio extravergine di oliva in tutti i Paesi europei è una risposta coerente alla necessità di garantire la trasparenza alle scelte di acquisto dei consumatori comunitari e di combattere le truffe”. E’ il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, a dare il benvenuto alla nuova etichetta dell’olio d’oliva, momento storico festeggiato in Puglia con una grande festa, organizzata in contemporanea su Corso Vittorio Emanuele e nel Parco del Gusto di Foggia, nei Mercati di Campagna Amica di Via Plinio e Corso Umberto I a Taranto, su Piazza della Vittoria a Brindisi e domani 1° luglio, a partire dalle ore 20,00, presso l'Oleificio cooperativo della riforma fondiaria di Nardò, dove sarà messo in scena il ‘Festival dei Sapori.
Fitto il programma di appuntamenti a Bari, capitale ideale della produzione pugliese. Una intera giornata su Piazza San Ferdinando, dove il medico nutrizionista, Adele Granieri, ha illustrato le proprietà salutistiche dell’olio, mentre un assaggiatore ha effettuato il panel test dei differenti oli presenti in piazza. Una estetista ha  utilizzato creme a base di olio d’oliva per i massaggi alle mani, mentre i ristoranti ‘La Pignata’ (Corso Vittorio Emanuele II, 173), ‘Lo Sprofondo’ (Corso Vittorio Emanuele II, 111), ‘Pizza e altro’ (Viale Salandra, 9)  e ‘Terranima’ (Via Putignani, 213/215) hanno proposto un intero ‘menù a Km0’, le cui pietanze sono state esaltate ed hanno esaltato il sapore e le caratteristiche organolettiche degli oli extravergine pugliesi.
 “La norma per l'indicazione di origine in etichetta – dice il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - consente di verificare la reale origine delle olive impiegate e, quindi, anche di valorizzare gli oliveti pugliesi che possono contare su 60 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono ad arricchire il paesaggio rurale e l'ambiente. Il comparto olivicolo-oleario è uno dei settori più colpiti da frodi e sofisticazioni in Puglia. Nonostante il riconoscimento comunitario per 5 oli DOP (Denominazione d’Origine Protetta)  al ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’, ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’ ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, sono circa 500 i milioni di litri di olio di oliva importati ogni anno per essere miscelati con quello italiano ed in particolare con quello pugliese, dato che l'incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale è pari al 35% e al 12% su quella mondiale”. Coldiretti si è battuta strenuamente per impedire lo sfruttamento dell’immagine delle zone tradizionali di coltivazione o allevamento da parte di alimenti a base di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza da quanto indicato sulle confezioni ed evitare ogni tipo di sofisticazione, ovvero che prodotti di dubbia provenienza vengano spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, e che si utilizzino i marchi ‘made in Italy’, o peggio ‘made in Puglia’ per prodotti che non hanno nulla a che fare con il nostro territorio.

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