5 Marzo 2008
ETICHETTATURA

“Ci costituiremo parte civile nel processo contro chi, quasi 100 persone, avrebbe speculato sulla pelle dell’agricoltura pugliese per incassare indebitamente aiuti comunitari, ai danni degli imprenditori olivicoli veri e onesti e dell’immagine complessiva del settore agricolo regionale. Da sempre la Coldiretti propugna il rispetto delle regole e un modello di agricoltura costruito attorno alla legalità, alla manutenzione del territorio, alla tutela dell’ambiente, ai prodotti con una fortissima connotazione territoriale, ponendosi come parte attiva nella difesa di tali principi”. Non si è fatta attendere la reazione della Coldiretti della Puglia, che per voce del suo Presidente regionale, Pietro Salcuni, ha chiarito quali saranno le linee della Organizzazione contro la maxitruffa che vede coinvolte 91 persone, venuta alla luce nel corso dell’operazione ‘Golden Oil’, condotta dalla Guardia di Finanza nelle province di Bari, Brindisi, Lecce e Cosenza e che ha portato al sequestro di 23 frantoi, 3 aziende di commercio e 85 terreni agricoli.
Le cronache ormai raccontano quotidianamente di contributi pubblici, destinati dall’UE al settore agroalimentare, percepiti indebitamente, olio importato di dubbia origine e qualità adulterato e venduto con etichette contraffatte, prodotti agroalimentari mal conservati che giungono al consumatore finale come regolari ‘made in Puglia’.
“Proprio al fine di eliminare le tentazioni dell’egoismo imprenditoriale nella corsa al finanziamento europeo – continua il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio de Concilio – è stato decisivo lo sforzo compiuto dalla Coldiretti per arrivare alla riforma della PAC (Politica Agricola Comunitaria) che ha finalmente sganciato gli aiuti, i ‘premi’, dagli ettari coltivati e dalla produzione tout cour, ovvero dalla rendita parassitaria, legandoli strettamente, invece, al merito di quelle imprese agricole che guardano al mercato, producono qualità e rispetto ambientale e vogliono rispondere alle nuove domande di sicurezza alimentare e ambientale dei cittadini consumatori. Capitolo a parte merita il rischio di frodi per cui occorre urgentemente attivare i controlli negli stabilimenti, proprio al fine di assicurare che sulle confezioni di tutti gli extravergini etichettati dopo il 17 gennaio 2008, come previsto dalla nuova normativa, siano indicati obbligatoriamente lo Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio in cui è stato estratto l'olio, mentre se le olive sono state prodotte in più paesi, questi devono essere tutti indicati in ordine di quantità decrescente. Oggi più che mai – conclude De Concilio – bisogna sventare il rischio che la Commissione Europea – intenzionata ad aprire la procedura di infrazione contro l’Italia – vanifichi gli sforzi compiuti dal mondo agricolo”.

SONDAGGIO

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TERRAINNOVA

 

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