22 Luglio 2008
ETICHETTATURA

Sugli scaffali dei supermercati è ancora straniero l'olio di oliva contenuto in una bottiglia su due
 
“Salutiamo con soddisfazione la Legge regionale costitutiva dell’Elaioteca e dell’Enoteca regionale, passata oggi in Consiglio regionale all’unanimità. Evidentemente è trasversale l’interesse a favorire la conoscenza e la valorizzazione dei vini e degli oli di qualità regionali, con specifico riguardo ai vini e agli oli extra vergini di oliva a Denominazione di Origine”. E’ il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, alla notizia dell’approvazione della Legge che prevede la ‘Costituzione dell’Enoteca e dell’Elaioteca regionale”.
“E’ auspicabile che la fase attuativa del provvedimento – aggiunge il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio – proceda celermente, senza inutili quanto nocivi campanilismi nella scelta delle sedi provinciali, che dovranno rispondere soprattutto al requisito di affluenza turistica e zone di produzione. Con l’approvazione di questa Legge diviene ancora più stringente intensificare i controlli sul rispetto dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle olive utilizzate per l’olio extravergine, al fine di evitare che venga spacciato per Made in italy olio di dubbia origine e provenienza”.
Le preoccupazioni della Coldiretti pugliese scaturiscono anche dalla cessione da parte di Unilever del marchio Bertolli al gruppo spagnolo Sos che già detiene i marchi Carapelli e Sasso.
Nel 2007 si è verificato un aumento del 30 per cento delle importazioni di olio di oliva dall'estero secondo i dati Istat relativi al primo trimestre, mentre resta inapplicata la legge 204 del 2004 approvata in forma bipartisan dal Parlamento con il sostegno di 1,5 milioni di firme raccolte dalla Coldiretti, che ha ottenuto anche il Decreto di attuazione con effetto dal gennaio di quest’anno.
Sugli scaffali dei supermercati è straniero l'olio di oliva contenuto quasi in una bottiglia su due, ma ai consumatori vengono presentate tutte come italiane perché sulle etichette non è ancora rispettato l’obbligo di indicare l'origine delle olive . Una situazione che mette a rischio gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e  all'ambiente, oltre che al PIL dei nostri territori.
Il comparto olivicolo-oleario, infatti, è uno dei settori più colpiti da frodi e sofisticazioni in Puglia. Nonostante il riconoscimento comunitario per 5 oli DOP (Denominazione d’Origine Protetta)  al ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’, ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’ ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, sono 160 i milioni di litri di olio di oliva importati ogni anno per essere miscelati con quello italiano ed in particolare con quello pugliese, dato che l'incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale è pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale.
 

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