“IL VALORE DI UNA FILIERA AGRICOLA TUTTA PUGLIESE”
Coldiretti Puglia ha incontrato 3 candidati alla Presidenza della Regione Puglia. Presentato il documento ‘La Puglia che vogliamo’
I quadri dirigenti di Coldiretti Puglia hanno proposto il Documento ‘La Puglia che vogliamo’ alle formazioni ed a coloro che si candidano a condurre, come governo ma anche come opposizione, le sorti della Regione Puglia per i prossimi cinque anni.
L’agricoltura pugliese è una grande realtà economica e sociale intorno alla quale si sviluppa un notevole indotto e può rappresentare, se opportunamente valorizzata, il motore di uno sviluppo diffuso per l’intera regione. Nel 2014 la PLV (Produzione Lorda Vendibile) è pari a euro 2.846.721.533. Indiscussi i primati produttivi dell’agricoltura pugliese rispetto ai quantitativi nazionali: uva da tavola 68%, pomodoro 35%, ciliegie 30%, mandorle 35%, olive 35%, grano duro 21%, carciofo 31%, mandorle 30% e uva da vino 14. Numerose le sollecitazioni sui consorzi di difesa e bonifica, sul credito, sulla necessaria e ancora incompiuta semplificazione, sul welfare e sull’ambiente, senza mai dimenticare la ‘Xylella fastidisiosa’.
Il nostro modello di sviluppo l’Italia che fa l’Italia….La Puglia è crocevia di traffici e triangolazioni come dimostrato dalle ripetute denunce di frodi e sofisticazioni e dai sequestri di prodotto adulterato, effettuati dalle forze dell’ordine a partire da Nas, Nac e Corpo forestale dello Stato. Mentre vengono approvati importanti provvedimenti per il futuro dell’agroalimentare pugliese, passano leggi quali la n.134 del 7 agosto 2012 “Misure urgenti per la crescita del Paese”, dove all’articolo 59 bis si parla di ‘generici’ “Sistemi di sicurezza contro le contraffazioni dei prodotti agricoli e alimentari”. “Coldiretti Puglia ritiene che, innanzitutto, i controlli – ha detto Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia - debbano essere coordinati da una Cabina di Regia, in modo da programmare meglio l’attività e allargare il numero dei controllati. La miriade di aziende agricole sparse sul territorio pugliese, che ha compiuto grandi sforzi sul fronte della qualità e della sicurezza alimentare, pretende giustamente la trasparenza commerciale e, quindi, l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine del prodotto agricolo per poter concorrere con pari opportunità sul mercato”.
La molla per tornare a crescere….in Puglia il processo di rigenerazione del settore agricolo che ha nei giovani imprenditori agricoli gli attori principali va accompagnato da mirate azioni incentivanti che diano risalto alle professionalità esistenti e promuovano un nuovo modo di fare impresa. Il 35 percento delle imprese agricole pugliesi è condotto da giovani; le giornate di lavoro in cui sono impegnati lavoratori agricoli tra i 20 ed i 40 anni sono 4.907.478, quasi la metà rispetto al totale di 11-12 milioni di giornate lavorative l’anno (pari al 15% del totale nazionale). Però, nella formazione, tranne che in rare occasioni come quelle a cui danno vita alcune istituzioni sul territorio, si continuano a finanziare corsi lontani dalle vere esigenze delle imprese, che intanto continuano a cercare invano competenze, mentre si finanziano iniziative fittizie, assecondate da bandi pubblici ad hoc. “E ancor di peggio è accaduto nella ricerca, che ci sentiamo di definire “vecchia” – ha incalzato il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - perché fatta di pubblicazioni per grandi luminari, piuttosto che a misura di impresa. O peggio ancora “schiava” degli interessi degli industriali.. Servono risposte di “sistema”, utili a tutti i soggetti della filiera che, partendo dalle esigenze di innovazione del settore agricolo riescano ad incrociare la necessità di business dell’industria, garantendo ai consumatori prodotti innovativi, sicuri e al giusto prezzo.
Il valore della comunità…Dal grande contributo dell’agriturismo alla valenza sociale degli orti di Campagna Amica, dalla didattica in campagna alle fattorie sociali, l’agricoltura pugliese ha bisogno di essere sostenuta da un quadro normativo chiaro che riesca a declinare le innumerevoli possibilità riconosciute al settore dalla Legge di Orientamento. In questo contesto la nuova legge per l’agriturismo presenta elementi di criticità che vanno superati, a beneficio di un comparto che ha aumentato la disponibilità di accoglienza turistica, offrendo una lettura positiva del territorio pugliese e aprendo le porte delle Masserie alle famiglie pugliesi.
Etica prima di tutto… In Puglia politica, sindacati, amministratori devono assicurare un riequilibrio nei rapporti interprofessionali tra imprese agricole, industria, distribuzione e consumatori con accordi e controlli per la verifica dei margini. Infine, è giunto il momento di individuare con metodi scientifici, oggi assolutamente disponibili, i momenti di rappresentanza con cui realizzare concertazione e partenariato. Non è più possibile affrontare temi di fondamentale importanza, come programmazione dei Fondi strutturali, Piano di Sviluppo Rurale, PAC ed altro, con una pletora di soggetti, dalle improbabili validità di rappresentanza e autorevolezza.
Così come, pur comprendendo la ratio che ha ispirato il progetto "Capo Free – Ghetto Off", teniamo a precisare che la sfida al lavoro nero non può prescindere dalla programmazione di attività concertate con la sana imprenditoria agricola, condivise e partecipate, senza ghettizzare un problema che rischia di ricadere doppiamente sugli imprenditori agricoli delle aree coinvolte.
Abbiamo dimostrato quanto teniamo all’etica, alla trasparenza nel settore agroalimentare, presentando ufficialmente l’“Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”, la nuova Fondazione voluta e costituita da Coldiretti per diffondere la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio agroalimentare italiano, con l’obiettivo di creare un sistema coordinato e capillare di controlli idonei a smascherare i comportamenti che si pongono in contrasto con la legalità. A tal proposito ci aspettiamo che il futuro Presidente della Regione Puglia aderisca senza indugio. Perché il fronte dell’illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all’attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari. I reati contro il patrimonio (furto, abigeato, usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, ecc) rappresentano la “porta di ingresso principale” della malavita organizzata e spicciola nella vita dell’imprenditore e nella regolare conduzione aziendale.
14 Maggio 2015
ELEZIONI REGIONALI 2015
