Eccezionalismo agricolo, innovazione, consulenza, comunità, formazione, impresa, costi, redditi, mobilitazione. Sono state le parole d’ordine della due giorni di incontri della dirigenza della Coldiretti che si sono svolti a Roma il 22 e 23 ottobre. Al centro di tutto i soci con cui rafforzare il dialogo per affrontare insieme gli ostacoli, vincere le battaglie e sostenere il reddito alle imprese. L’incontro ha visto protagonisti i direttori della Coldiretti che hanno esposto problemi, ma anche gli obiettivi raggiunti.
Dai circa 75 interventi è emerso che un punto nodale della nuova agricoltura che Coldiretti sta sostenendo è la consulenza alle imprese con servizi sempre più specialistici e avanzati. Si spazia dai nuovi servizi di Coldiretti Next alla formazione fino alla digitalizzazione. Perché è sempre più evidente il ruolo strategico dell’informatica e della gestione dei dati. Demetra con 80 persone di cui circa 40 ingegneri e il sistema Akis sono strumenti all’avanguardia e in grado di mettere le imprese socie di Coldiretti in condizione di misurarsi con le nuove sfide. Così come l’imponente programma di formazione di Bonifiche Ferraresi è finalizzato a dotare la Coldiretti di una classe di tecnici e dirigenti di livello sempre più elevato.
Hi tech che si deve sempre affiancare al dialogo diretto con gli associati in alleanza con i consumatori che sono il vero valore aggiunto dell’azione Coldiretti. Da qui la funzione fondamentale svolta dai mercati di Campagna Amica che non solo sono luoghi dove gli agricoltori possono vendere i loro prodotti, e già questa si è dimostrata una mossa vincente che ha salvato oltre 50mila imprese, ma costituiscono vere e proprie Agorà dove fare informazione, formazione e diffondere la cultura del cibo con una valenza anche di carattere sociale. E’ nei mercati di Campagna Amica- ha spiegato il presidente Ettore Prandini – che si possono contrastare le fake sulla zootecnia un settore che continua a essere messo sotto accusa o sul vino altro prodotto demonizzato ingiustamente perché un bicchiere di buon vino fa parte di quella Dieta Mediterranea osannata in tutto il mondo.
Solo un dialogo diretto tra agricoltori e cittadini può cambiare il senso di marcia di un racconto troppo spesso mistificato e condizionato da interessi di chi con l’agricoltura non ha alcun rapporto. Discorso analogo per la frutta il cui consumo va sostenuto con campagne mirate. Questo è il momento di agire è il messaggio chiaro lanciato dal segretario generale Vincenzo Gesmundo. Il Paese attraversa una fase complessa e gli agricoltori non possono non risentire di uno scenario economico allarmante. C’è una guerra in corso in Europa e ci sono le pesanti conseguenze dei cambiamenti climatici. Per gli agricoltori a queste emergenze se ne aggiungono altre come l’aumento dei costi e le pratiche sleali lungo la filiera che pesano sui ricavi. Ma anche che vengono da fuori come i cibi di laboratorio e i recenti pronunciamenti dell’Efsa o le importazioni che non rispettano il principio di reciprocità. Cosa fare? “Rinsaldare – ha detto Gesmundo – le fila della nostra platea sociale”.
Una grande sfida per la Coldiretti è far ritrovare ai decisori politici regionali, nazionali ed europei lo spirito della nascita della Comunità europea che si basava sul concetto dell’eccezionalismo agricolo che non significava categoria protetta, ma con una forte specificità. Il tema dell’approvvigionamento alimentare è un elemento strategico per paesi e continenti e lo conferma l’interesse dei personaggi che si muovono su questo campo da Gates a Soros. Coldiretti vuole imporre e far riconoscere l’eccezionalismo agricolo alle Istituzioni e intende farlo con un disordine virtuoso finalizzato a ottenere un riposizionamento dell’agricoltura. Che deve partire – ha ribadito il segretario generale – da una difesa senza se e senza ma del reddito dei nostri agricoltori. E tra le prime azioni da sostenere in ambito nazionale e comunitario c’è la tutela delle risorse della Politica Agricola Comune nell’Unione Europea, perché altri paesi come gli Stati Uniti e la Cina destinano fondi molto più consistenti ai loro farmers. Ma una priorità è anche quella di riservare i contributi solo ai veri agricoltori. Gesmundo ha ricordato che il movimentismo è nel Dna della Coldiretti. E’ stato così per la battaglia contro gli Ogm e ora si continua su questa linea anche su un altro fronte molto caro all’organizzazione, l’etichettatura con l’indicazione dell’origine in tutta Europa. Prandini ha invitato a guardare al futuro “rimanendo con le mani in mezzo alla terra”.
E ha elencato tutte le iniziative forti di Coldiretti che hanno fatto scuola. “Abbiamo parlato noi per primi – ha sottolineato il Presidente della Coldiretti – della fauna selvatica ed è diventato un grande problema. Ma non sono sufficienti le manifestazioni. Non bastano le delibere dobbiamo ottenere dalle regioni le azioni di contenimento e verificare che siano state attuate. Abbiamo ottenuto da soli la moratoria dei debiti ed è stata solo Coldiretti a firmare con Abi e ora dopo Intesa Sanpaolo stiamo coinvolgendo tutti gli istituti bancari”. Analogo il discorso sulla manovra di Bilancio di quest’anno che ha effettuato tagli in quasi tutti i settori, ma non ha toccato l’agricoltura grazie alla Coldiretti. C’è stata qualche sbavatura – ha evidenziato – come il bonus verde, ma che si potrà correggere. Non ci sono state però sorprese su gasolio agricolo e Iva. Ma ancora una volta Prandini ha messo in primo piano l’importanza di un filo diretto con la base associativa. Sulla emergenza della Psa è stato creato un dialogo su una piattaforma che ha visto la partecipazione di 500 imprenditori. Ancora più forte sarà l’azione nell’Unione europea. Coldiretti intende, attraverso Farm Europe, convogliare sulla sua strategia quei sette/otto Paesi che hanno affinità con il modello agricolo italiano. La finalità è chiara: “vogliamo un’Europa diversa”.
Nel mirino anche l’Efsa per la linea morbida sui cibi in laboratorio. Anche se Coldiretti sa bene che ancora una volta sarà additata come oscurantista. La verità – ha aggiunto Prandini – è che noi vogliamo la ricerca pubblica. Una battaglia che richiederà il supporto dei cittadini e a questi Coldiretti vuole rivolgersi nei mercati di Campagna Amica. Perché il patto con i consumatori è stato la grande intuizione, una rivoluzione che ha portato più forza alla Coldiretti sul piano sindacale e saranno ancora i cittadini gli alleati per vincere battaglie che non sono solo economiche, ma anche e soprattutto etiche sul ruolo centrale della nostra agricoltura