23 Settembre 2008
CINA

Il ‘caso cinese’ alla base dell’incontro della Coldiretti Puglia
con i vertici dell’Ufficio Sanità Marittima
 
“Siamo pronti a sostenere l’autorità sanitaria e le forze dell’ordine nella loro azione di controllo delle navi cariche di prodotti agroalimentari provenienti dall’estero. E’ allarme, infatti, per gli sbarchi nei porti pugliesi di prodotti alimentari destinati ad essere spacciati come Made in Puglia con l’aumento record in quantità nelle importazioni in Italia di olio di oliva (+29 per cento), di concentrato di pomodoro cinese (+180 per cento), di frutta (+ 11 per cento), per non parlare del grano”. E’ il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, ad averlo affermato in occasione dell’incontro odierno tra i vertici della Organizzazione professionale agricola con Eleonora Adorni Continelli, Dirigente dell’Ufficio di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera del Ministero della Salutea, alla presenza del Tenente Antonio Citarella, Comandante dei Nas di Bari.
“Abbiamo sollecitato controlli ancora più serrati – riferisce ancora il Presidente Salcuni –per scongiurare che in Puglia arrivino le conseguenze di casi gravi come quello del latte cinese, pur rilevando un numero di controlli effettuati nei porti pugliesi di gran lunga superiori a quanto previsto dalla normativa vigente. Del resto sono oggi più che mai determinanti pressing istituzionale con il sostegno di alleanze internazionali e monitoraggio e sorveglianza sui mercati, ma anche blitz nei porti e alla frontiere per verificare il rispetto delle norme sull’etichettatura”.
A rischio non ci sono solo il latte cinese ed i suoi derivati ma anche i prodotti lattiero caseari del falso Made in Italy realizzati in Cina come ad esempio la caciotta e il pecorino "naturali e italiani" fatti stagionare dal latte di mucche e pecore allevate nel distretto di Shanghai e confezionati nel gigante Asiatico con tanto di bandiera italiana.
“Bisogna impedire - ha incalzato il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - che per colpa delle maglie larghe della normativa si radichi definitivamente sui mercati un falso Made in Italy che si "produce" nei porti e sfrutta l'immagine positiva di un territorio e di uno stile ineguagliabili a vantaggio di alimenti che nulla hanno a che fare con il tessuto produttivo agricolo italiano. Per la mancata estensione dell’obbligo di etichettatura a tutti gli alimenti è complessivamente a rischio concreto di falsificazione circa la metà della spesa alimentare”. 
Se il trend sarà mantenuto sugli scaffali dei supermercati saranno stranieri una bottiglia di olio su due, circa un terzo del concentrato di pomodoro e oltre il 10 per cento della frutta e verdura in vendita, senza che questo venga chiaramente indicato in etichetta per la mancata applicazione  dell’obbligo di indicare sulla confezione la provenienza.

SONDAGGIO

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TERRAINNOVA

 

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