8 Aprile 2015
CALAMITA’

 XYLELLA: COLDIRETTI AL MINISTRO “BENE LA NORMA IN DEROGA PER LE CALAMITA’, MA SI FACCIA IN FRETTA. SERVONO SOSTEGNO E INDENNIZZI PER LE 7MILA AZIENDE DANNEGGIATE”
Fondo di solidarietà nazionale incapiente. Creare una dotazione finanziaria ad hoc

“Bene la norma di deroga che dia la possibilità di accedere al fondo nazionale di solidarietà per le calamità naturali. Abbiamo chiesto al Ministro Martina, PERò, che il Governo faccia in fretta, perché si tratta di una  misura urgente che aspettiamo già da mesi e richiede l’impegno dell’intero Parlamento, a cui ci siamo più volte appellati. La dichiarazione dello stato di calamità naturale va accompagnata da una dotazione finanziaria ad hoc, destinata esclusivamente alla emergenza ‘xylella fastidiosa’ nel Fondo di solidarietà nazionale, oggi incapiente, da interventi indennizzatori per i danni diretti e indiretti a carico delle quasi 7mila aziende colpite dalla xylella e da una netta presa di posizione nei confronti della Comunità Europea che detta regole alla Puglia, ma sui controlli alla frontiere rispetto ai Paesi extracomunitari da cui proviene il patogeno se ne lava le mani. Per colpa dei ritardi accumulati negli ultimi due gli ettari olivetati danneggiati dalla malattia sono passati bruscamente dal 3% al 10% del patrimonio salentino e la distruzione di almeno 300mila piantine, come da prescrizione del Piano per l’emergenza, non può passare sotto silenzio”. E’ il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a riferire i contenuti del documento consegnato al Ministro Martina a margine dell’incontro odierno. Con la declaratoria di stato di calamità naturale sarebbero immediatamente innescate urgenti misure di sostegno in favore degli imprenditori olivicoli, quali sgravi della contribuzione previdenziale agricola ai sensi del D. Lgs. 102/2004 e del settore della trasformazione, sospensione o dilazione delle scadenze fiscali agricole previste per i soggetti agricoli professionali e postergazione di ogni scadenza di mutui e investimenti per 5 anni, interventi indispensabili a garantire un futuro ad imprese olivicole, cooperative, frantoi e vivai salentini.
L’assurdo è che il Parlamento Italiano non ha ancora discusso e approvato la modifica della legge 102/2004, inserendo le fitopatie fra le calamità naturali, già previste dalla nuova regolamentazione comunitaria risalente ad oltre un anno e mezzo fa e non ancora recepita in Italia.
“Abbiamo denunciato tra l’altro l’immobilismo dell’Unione Europea che, nonostante le incessanti sollecitazioni, non è intervenuta tempestivamente – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - per fermare le importazioni dai Paesi extracomunitari da cui proviene la malattia e non interviene sulla decisione inopportunamente adottata dalla Francia, senza tenere conto dell’approfondimento politico e scientifico in corso a livello comunitario. Un comportamento che rischia di scatenare un effetto a catena su altri Paesi, ma anche una guerra commerciale senza precedenti con un Paese come la Francia che è un partner storico dell’Italia, con la quale ha partecipato alla nascita dell’Unione Europea. sono a rischio 11 milioni di piante di ulivo e si aggrava il bilancio dei danni dopo la decisione unilaterale della Francia di bloccare le importazioni di ben 102 specie vegetali, dell’ulivo alla vite, ma anche fico, albicocco, mandorlo, pesco, agrumi, ciliegio, gelso e numerose piante ornamentali”.
La provincia di Lecce è uno dei principali bacini produttivi dell’olivicoltura regionale. In questa provincia è localizzato più di un quarto del comparto olivicolo regionale: 65mila aziende olivicole e 97mila ettari di superficie coltivata a olivo (ISTAT, 2010). Le aziende agricole leccesi sono per il 92% dedite alla coltivazione dell’olivo, che occupa il 60% della SAU provinciale. Le piante di olivo presenti sono quasi 11milioni, prevalentemente delle cultivar Cellina di Nardò, Ogliarola Salentina, Leccino e Pizzuta, mentre è piuttosto bassa la presenza della cultivar Coratina.
La gran parte delle aziende olivicole salentine, oltre 51mila unità (il 77% del totale), sono specializzate nella coltivazione dell’olivo, ossia ricavano da questa coltura più di due 2/3 del proprio reddito. Queste aziende detengono circa 92mila ettari di superficie, pari al 95% della SAU olivicola provinciale.

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