7 Ottobre 2011
BIODOMENICA 2011

Sono aumentati di un ulteriore 5% i consumi familiari di alimenti biologici con valori record per i prodotti per l'infanzia (+ 47 per cento) e per riso e pasta (+16 per cento), sulla base dei dati del panel Ismea - Ac Nielsen sui consumi domestici di prodotti biologici confezionati, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nel 2010 la Puglia ha registrato 5. 319 operatori del biologico per 137.721 94.750 ettari coltivati, con un calo degli operatori del 15,3 rispetto al 2009. 
In realtà si sta assistendo ad un processo di stabilizzazione e normalizzazione rispetto alla diffusione del metodo biologico registrato negli ultimi anni, mentre contestualmente continua l’aumento tendenziale dei consumi, delle ditte di trasformazione e dei servizi connessi alla filiera dell’agricoltura biologica come agriturismi, mense bio, ristoranti e operatori certificati, il tutto pari ad un aumento dell’81 percento. Le pratiche bio interessano tutti i comparti agricoli: olivo (30,51%), cereali (22,92%), foraggiere (11,83%), vite (6,1%), frutta (2,18%), colture proteiche e leguminose (3,16%).
Per questo la Coldiretti Puglia ha realizzato il progetto “Vedibio”, finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole, con l’obiettivo di realizzare un studio di fattibilità per la costituzione di agrimercati biologici cui si accompagnano specifiche attività di sensibilizzazione, rivolte sia delle aziende agricole biologiche che ai consumatori. Esso rappresenta un momento di riflessione e di rilancio delle potenzialità di vendita diretta dell’impresa agricola biologica. La continua richiesta di prodotti freschi e di stagione stimola l’imprenditore biologico a ricercare ulteriori forme di contatto commerciale con il consumatore. I timori dei consumatori, innescati dagli scandali alimentari, si sono tradotti in una seria preoccupazione per la sicurezza alimentare e in una domanda crescente di garanzie di qualità e di maggiori informazioni sui metodi di produzione. L’agrimercato-bio è finalizzato principalmente alla valorizzazione e alla promozione delle produzioni biologiche del territorio delle quattro regioni coinvolte nella presente proposta progettuale.
Anche Legambiente Puglia e AIAB Puglia ritengono che l’agrimercato bio rappresenti un’occasione d’incontro fra imprenditori biologici locali e consumatori, perseguendo il duplice obiettivo di una maggiore redditività per le imprese e di un rafforzato potere di acquisto da parte dei consumatori (l’assenza, infatti, di qualunque intermediazione porta inevitabilmente ad un contenimento dei prezzi). Tramite la riduzione della catena distributiva attraverso l’agrimercato-bio si auspica un effetto positivo, oltre che sui prezzi al consumo, anche sull’ambiente, con riduzione dell’inquinamento atmosferico derivante dal trasporto delle merci per tratti brevi o comunque ridotti. Il valore aggiunto dell’agrimercato-bio è dato, da una maggiore trasparenza nei confronti dei consumatori rispetto alla provenienza, alla freschezza e alla qualità dei prodotti biologici.
Altro punto centrale del progetto è l’attenzione alla sicurezza alimentare nei servizi di ristorazione collettiva, divenuto un preciso dovere degli enti locali (Comuni, Province e Regioni). La legge regionale approvata nel novembre 2003 che vieta l’utilizzo di OGM sul territorio pugliese si è mossa proprio in questo senso, introducendo nell’articolato una specifica richiesta avanzata da Coldiretti Puglia, tendente a preferire nella ristorazione collettiva, gestita dalle Istituzioni pubbliche, i prodotti biologici e tradizionali nonché quelli a denominazione protetta ed ad indicazione geografica tipica, dando valore preminente alle tipicità della regione Puglia.
Oggi le mense italiane che utilizzano condimenti e alimenti biologici sono oltre 600, per un totale di 920.000 pasti al giorno. Negli ultimi cinque anni le mense biologiche sono passate da 110 a 608 con un incremento del 400%. Studi scientifici dimostrano, infatti, che il consumo di prodotti biologici è particolare importante per i bambini perché questi ultimo sono maggior rischio nell’esposizione ai pesticidi nell’alimentazione perché in relazione alla massa corporea mangiano più di un adulto e consumano alimenti a più elevato rischio di residui di pesticidi, come i succhi di frutta, frutta fresca e ortaggi.

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