4 Dicembre 2017
AMBIENTE

STORNI: COLDIRETTI BRINDISI, RAZZIA DI OLIVE NELLA PIANA OLIVETATA; APERTO PRELIEVO DA 9/12 A 20/01

“La provincia di Brindisi vive ogni anno il dilagare della ‘piaga storni’, restando impotente – denuncia il Presidente di Coldiretti Brindisi, Sergio Botrugno - agli attacchi delle orde di uccelli appartenenti a specie protetta che mangiano ognuno fino a 20 grammi di olive al giorno.  Pur valutando negativamente la riduzione delle aree individuate per il prelievo in deroga, è importante che il prelievo sia finalmente stato autorizzato nella piana olivetata brindisina, oltre a quella della provincia di Bari. Gli agricoltori autorizzati riceveranno direttamente via posta il relativo tesserino regionale in tempo utile per l'avvio operativo dell'intervento e potranno operare il prelievo individuale massimo di n. 30 storni, articolato in massimo n. 10 capi/giorno, con l'impegno di comunicare periodicamente il numero complessivo di capi prelevati. Gli agricoltori non hanno strumenti adeguati ad arginare la presenza eccessiva e in progressivo aumento di determinate specie di animali selvatici - come lepri, storni, cormorani – che, in caso di ingresso nei fondi agricoli o negli impianti di acquacoltura, arrecano danni significativi e spesso irrecuperabili”.
Particolarmente colpito dagli storni il settore olivicolo nelle province di Bari e Brindisi ed il danno si attesta tra il 30 ed oltre il 60% a carico degli olivi coltivati soprattutto nelle zone a ridosso del mare, da un lato sull’Adriatico dall’altro sullo Jonio.
Alla luce deliberazione n. 1903 del 17 novembre scorso, gli uffici dell’Assessorato regionale all’Agricoltura sono impegnati nella definizione delle 266 autorizzazioni programmate per l'esecuzione dell'intervento di prelievo nella sola Piana olivetata litoranea tra le province di Bari e Brindisi, che risulterà operativo dal 9 dicembre al 20 gennaio, nonché nella definizione delle modalità per la verifica periodica dell'avanzamento dei prelievi.
“Oltre al danno diretto, non vanno sottovalutati i danni indiretti. Gli storni distruggono le piazzole adibite alla raccolta delle olive – spiega il Direttore di Coldiretti Brindisi, Aldo De Sario - e gli olivicoltori sono costretti a contrastare una calamità senza averne gli strumenti, condannati, quasi, a riprogrammare la propria attività agraria per scongiurare la distruzione della produzione. Tra l’altro, non è soltanto l’olivicoltura a risultare colpita, dato che il passaggio degli stormi di storni lascia sugli ortaggi quantitativi di escrementi tali da rendere impresentabile il prodotto sul mercato. Gli storni trovano ristoro notturno nelle aree protette, come Torre Guaceto, per riprendere le scorribande alimentari diurne ormai da mesi, dato che il caldo anomalo degli ultimi anni ha fatto convertire la specie protetta da migratoria a stanziale”.
Per questo Coldiretti Puglia ha sollecitato misure di prevenzione ad hoc e qualora queste ultime si rilevino inefficaci, contempla un efficace controllo faunistico, tramite le attività di contenimento numerico, allontanamento e controllo della fauna selvatica, che si rendono necessarie per il soddisfacimento di un legittimo, quanto primario, interesse pubblico. Tali misure dovrebbero essere integrate, inoltre, disciplinando in modo puntuale – secondo Coldiretti Puglia - anche l'aspetto della prevenzione dei danni da fauna selvatica, in quanto è necessario che il fenomeno sia contenuto alle origini, stabilendo adeguati regimi di sostegno finanziario.
Il caso più grave e noto dei danni provocati dagli ungulati all'agricoltura non deve far dimenticare – sostiene Coldiretti Puglia - che esistono altre specie problematiche, quali le forme domestiche di specie selvatiche e le forme inselvatichite di specie domestiche. In questo ambito, sono numerosi i danni provocati dai cani inselvatichiti agli allevamenti e quelli dovuti, invece, alla massiccia diffusione del piccione inselvatichito che danneggia non solo le colture, ma anche i prodotti agricoli stoccati nei silos, quali sementi e cereali. Un altro problema rilevante è, poi, quello del controllo di alcune specie alloctone che si sono diffuse in modo invasivo, provocando gravi danni all’acquacoltura e all'agricoltura: ne sono un esempio il cormorano e lo storno.

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