25 Ottobre 2012
AMBIENTE

 ILVA: OLTRE AL DANNO LA BEFFA DEL RADDOPPIO DELL’INCENERITORE, DELLA CEMENTIR E DEI PROGETTI DEL PETROLCHIMICO
Cavallo (Coldiretti): “Chiediamo chiarezza su tempi e modalità della bonifica e sui ‘futuri piani industriali’ contro il territorio tarantino”

“Non accettiamo i giochi fatti sulla pelle del tessuto produttivo tarantino. Oltre al danno la beffa. Se da un lato, dopo anni di denunce e allarmi rimasti inascoltati, finalmente si scopre l’uovo di colombo del disastro ambientale causato dall’ILVA e si lancia irresponsabilmente, senza opportune verifiche, l‘onta di una presunta contaminazione sugli alimenti, di contro si ipotizza il raddoppio dell’inceneritore di Massafra, l’ENI lavora al nuovo progetto per la centrale Enipower all’ombra del progetto ‘Tempa Rossa’ e  si assiste alla trasformazione della Cementir nell’ennesima enorme discarica. Tutto ciò mentre al tavolo istituzionale, dove si incontrano da anni enti locali, politici locali e nazionali, sindacati e la sola Confindustria, le criticità ambientali continuano a restare irrisolte, anche perché condizionate da troppi interessi e ambiguità. Chiediamo, senza se e senza ma, che si circoscriva l’area coinvolta e si decida una volta per tutte di puntare sulla reale vocazione del territorio tarantino, individuando opportunità di sviluppo, in modo da decidere quali percorsi intraprendere per tutelare al meglio gli imprenditori agricoli e i cittadini-consumatori”.
E’ il Presidente della Coldiretti di Taranto, Alfonso Cavallo, a chiedere che si faccia chiarezza circa tempi e modalità delle opere di bonifica da avviare sull’area - ancora da circoscrivere - coinvolta nella difficile vertenza ambientale e di conoscere i ‘futuri piani industriali’ contro la provincia di Taranto, al fine di scongiurare altri disastri ambientali.    
L’agricoltura jonica, con una superficie totale di 31.657 ettari, riesce a raggiungere mediamente una Produzione Lorda Vendibile di 470 milioni di euro e rappresenta una realtà economica importante per l’intera regione. In pochi anni l’agricoltura jonica, che raggiunge punte di eccellenza nei comparti dell’uva da tavola e da vino, orticolo, agrumicolo e del lattiero-caseario,  si è vista riconoscere l’alta qualità dei propri prodotti, legata a storia e tradizioni, ottenendo 6 DOC ‘Aleatico’, ‘Primitivo di Manduria’, ‘Lizzano’, ‘Martina Franca’, ‘Locorotondo’, ‘Colline Joniche Tarantine’ e due IGT ‘Tarantino’ e ‘Valle d’Itria’ per i vini, 1 DOP ‘Terre Tarentine’ per l’olio e rientrando a pieno titolo, con le sue produzioni, nella lista dei 231 prodotti agroalimentari pugliesi riconosciuti ‘tradizionali’ dal Mipaf.
“Forse per qualcuno, probabilmente per chi decide – continua imperterrito il Direttore della Coldiretti di Taranto, Francesco Carbone - l’agricoltura, la pesca, il turismo e l’agroalimentare di qualità non sono più componenti fondamentali ed essenziali delle strategie di sviluppo della provincia Jonica. Coldiretti non accetta che si perseveri con strategie che non tengano in dovuto conto esigenze e bisogni delle comunità interessate.  E’ necessario avviare la caratterizzazione e la bonifica del SIN, come pure bloccare gli annunciati ampliamenti degli inceneritori, ad oggi  già presenti ed invasivi”.
La Coldiretti si costituirà parte civile in tutti i procedimenti tesi ad accertare responsabilità in ciò che è accaduto, per tutelare le imprese agricole che, oltre ad essere coinvolte loro malgrado nella difficile vertenza ambientale che ha ferito duramente il territorio della provincia di Taranto, registrano pesanti perdite in termine di immagine e di reddito.

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