9 Maggio 2014
AGROMAFIA

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 AGROPIRATERIA: IL MINISTERO DELLA SALUTE TOGLIE
IL SEGRETO DI STATO SUGLI SCAMBI COMMERCIALI
I risvolti in Puglia saranno certamente tangibili nella lotta alle ‘agromafie’

“E’ storica la decisione del Ministero della Salute di togliere definitivamente il “segreto di Stato” sui dati inerenti gli scambi commerciali. La secretazione dei dati relativi alle importazioni dei prodotti agricoli nei nostri territori, addirittura nei confronti degli Organi di Controllo, era un evidente ostacolo ad una efficace opera di contrasto ed eradicazione del fenomeno dell’agropirateria, neologismo coniato proprio da Coldiretti per descrivere una pratica criminale  che si sviluppa attraverso le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e che diventano “made in Puglia” e “made in Italy” fregiandosi in modo fraudolento dell’immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni locali”. Grande soddisfazione del Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele,  alla notizia che non esiterà più la secretazione dei dati commerciali, una iniziativa assunta dal Ministero della Salute che andrà certamente a sostenere la ripresa economica in un panorama commerciale dove circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy, all’insaputa dei consumatori ed a danno delle aziende agricole, contengono materia prima estera di cui non si conosce l’esatta origine e tantomeno la qualità.
“Oltre 1,8 milioni di tonnellate di grano duro entrano in media ogni anno in Italia, di cui il 56,5% con destinazione Bari - continua il Direttore della Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti -  circa 2.000.000 quintali di olio, quasi pari alla  produzione regionale, importati ogni anno per essere miscelati con quello del nostro territorio, mentre sfuggono ad ogni possibile calcolo le importazioni di olio - non di oliva - che si trasformano nel prezioso oro pugliese, così come dimostrato dall’ottima attività investigativa del Comando NAS di Bari; oltre 86 milioni di quintali di latte, cagliate ed altri derivati importati in Italia annualmente, di cui circa 1.600.000 provenienti soprattutto da Germania, Repubblica Ceca, Austria, Ungheria, Slovenia e Francia,  giungono direttamente ad oltre 50 aziende lattiero-casearie pugliesi. L’Italian sounding rappresenta la forma più diffusa e nota di contraffazione e falso Made in Italy nel settore agroalimentare. Sempre più spesso, la pirateria agroalimentare internazionale utilizza, infatti, denominazioni geografiche, marchi, parole, immagini, slogan e ricette che si richiamano all’Italia per pubblicizzare e commercializzare prodotti che non hanno nulla a che fare con la realtà regionale”.
 

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