1 Febbraio 2008
ACQUA

“I contenuti della comunicazione dell’Assessore alle Opere Pubbliche che, denunciando un crollo verticale della risorsa idrica negli invasi, mette in dubbio che l’agricoltura possa essere sufficientemente approvvigionata e parla di una situazione particolarmente grave ‘per l’invaso di Occhito sul fiume Fortore (cui è assegnato il soddisfacimento potabile della provincia di Foggia) per il quale le disponibilità attuali escludono la possibilità che possa essere soddisfatta l’utenza agricola nella prossima stagione estiva’, risultano molto gravi, anche se drammaticamente prevedibili. Il problema della carenza d’acqua in Puglia si trascina da anni e mai sono stati individuati interventi mirati ad arginare i fenomeni a cui assistiamo oggi. Le imprese agricole hanno pagato a caro prezzo in termini di investimento e produttività ritardi e inadempienze nella gestione del ‘bene acqua’. Riteniamo che debba essere immediatamente istituito un tavolo di confronto settoriale e permanente, iniziando a distinguere tra quelli che sono gli interventi immediati, anche di prevenzione all’annunciata nuova annata siccitosa, da quelli strutturali e tra gli interventi indirizzati agli Enti ed ai Consorzi da quelli di esclusivo interesse dell’impresa agricola”. E’ il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, alla relazione dell’Assessore alle Opere Pubbliche sulla crisi idrica, nel corso dell’ultima giunta regionale. “La decisione di riaprire 301 pozzi – continua Salcuni – ha fatto emergere, tra l’altro, in maniera chiara ed inequivocabile i punti di debolezza del Piano di Tutela delle Acque predisposto dallo stesso Assessorato alle Opere Pubbliche. La ricorrente siccità, sommata a già avanzati processi di salinizzazione delle falde freatiche di interi territori agricoli, non può essere affrontata con provvedimenti deleteri, quali il blocco delle concessioni irrigue e dei trasferimenti delle stesse. Sono improcrastinabili, invece, soluzioni che consentano lo sfruttamento di risorse alternative o incentivino il risparmio in modo virtuoso, individuando strumenti per il riuso delle acque o per gli usi plurimi”.
Ciò implica che tutti gli interventi finanziari anche statali e comunitari e le diverse politiche di sviluppo debbano essere prioritariamente orientati, quindi, subordinati, all’obiettivo di arginare la crisi idrica.
“Altro elemento propedeutico – aggiunge il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - è l’esatta conoscenza del fenomeno, dei suoi effetti e della diversità e disponibilità di strumenti per intervenire. A parte la conoscenza dei mezzi amministrativo-legislativi e finanziari disponibili, è essenziale conoscere approfonditamente le diverse disponibilità d’acqua e di strumenti per accumularle. Mantenere, quindi, sotto costante monitoraggio i tradizionali ed usuali mezzi di approvvigionamento (pozzi ed invasi) e di vettoriamento (condotte), ma anche sapere i flussi d’acqua che vanno all’industria, quelli che in emergenza possono essere prelevati ancora da fiumi, falde e sorgenti, l’acqua che può essere resa disponibile dai dissalatori e dai depuratori urbani”.

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