La burocrazia ruba fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda ma soprattutto frena con le inefficienze l’avvio di nuove attività e l’ingresso di giovani nell’attività di impresa di cui la Puglia ha enorme bisogno per crescere. E’ quanto denunciato nel corso dell’incontro organizzato da Coldiretti Donne Impresa Puglia al Castello Carlo V di Monopoli, dove le donne dell’olio si sono fatte 4 chiacchiere sullo stato di salute del settore olivicolo - oleario e sulle prospettive di crescita, coordinate dal presidente di Coldiretti Monopoli, Carlo Barnaba.
“Abbiamo bisogno di sburocratizzazione, di fare impresa con i tempi delle imprese e non della politica. L’olio extravergine è uno delle leve economiche della Puglia e per crescere ha bisogno di una burocrazia meno matrigna. L’olio extravergine è divenuto l’elemento attorno a cui ruotano anche le altre attività aziendali, gastronomiche, didattiche, formative, di promozione del territorio, è al centro della multifunzionalità aziendale”, ha detto Floriana Fanizza, leader nazionale di Coldiretti Donne Impresa.
Non a caso Coldiretti sta spingendo sulla ‘cultura dell’olio’ da promuovere e far crescere in Italia e all’estero, per cui è nata la Evoo School Italia, la scuola dell’olio promossa da Unaprol, Coldiretti e Campagna Amica che ha aperto i battenti a Roma in via Nazionale, per poter diffondere la conoscenza dell’olio, formare professionisti del settore, supportare lo sviluppo delle aziende olivicole e dialogare con le istituzioni e con i consumatori, un nuovo centro di riferimento per tutti gli operatori della filiera olivicola.
“E’ grande lo sforzo di olivicoltori e frantoiani di arrivare sui mercati nazionali ed esteri con un prodotto di alta qualità e una rinnovata immagine e visibilità – ha aggiunto Fanizza, donna dell’olio di Fasano - rispondendo alla crescente domanda mondiale su cui incide la maggiore consapevolezza degli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva, provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che anche negli USA è attento alla qualità della propria alimentazione”.
Qualità e quantità dell’olio EVO di Puglia sono innegabili, ciò che manca è una seria politica di accompagnamento delle aziende, aggiunge Coldiretti Puglia, a differenza di quanto accaduto in Spagna, con frequenti ed efficaci Piani Olivicoli Nazionali.
“Sono giovane e ho scelto di lavorare in agricoltura, in un’azienda complessa con annesso frantoio aziendale. Potrei fare molto di più e soprattutto sarei in grado di sviluppare progettualità e sogni con maggiore facilità se la burocrazia non creassi continui e quotidiani ostacoli alle mie attività imprenditoriali”, ha spiegato Arianna Di Palma, vice responsabile di Coldiretti Donne Impresa Bari, olivicoltrice e frantoiana di Conversano.
Da qualche giorno si è ha aperta ufficialmente la raccolta di olive in Puglia, con la produzione regionale di extravergine stimata nel 2019 in aumento del 70-80% - spiega Coldiretti - dopo il drastico crollo registrato l’anno scorso a causa delle calamità, con una ripresa straordinaria delle aree di Bari, BAT e Foggia con quantità tornate nella media e qualità eccellente, ottime performance di Taranto e Brindisi al netto degli ulivi improduttivi per la Xylella, con un aumento produttivo che oscilla a macchia di leopardo tra il 40 ed il 60%. Incontrovertibile lo scenario produttivo a Lecce, dove si stima un calo del 90-95% rispetto alle medie storiche, perché sia nell’area Ionica che nell’Adriatica la produzione di cellina e ogliarola è azzerata e – riferisce Coldiretti - risultano produttive solo le piante di leccino.
“La sfida di lavorare in agricoltura in momenti così difficili, su un territorio che vive una emergenza nazionale qual è la Xylella può sembrare una odissea insuperabile. Noi ci siamo reinventati, diversificando le attività aziendali, potenziando i servizi a beneficio dei turisti, investendo ancora e aspettando di poter reimpiantare, mentre proponiamo l’olio extravergine di olive, quasi imbarazzante per il colore smeraldo che lo caratterizza, degli alberi di Leccino produttivi”, ha detto Rita Esposito, imprenditrice di Masseria Stali di Caprarica di Lecce. Si commuove Rita quando ricorda il suo cambio vita “ma non mi pento – ha spiegato - di aver lasciato l’insegnamento per impegnarmi attivamente in azienda. La nostra esperienza degli ultimi 6 anni può servire d’esempio, perché la Xylella non deve continuare ad avanzare, bisogna affidarsi esclusivamente alla scienza e non farsi prendere dall’emotività. Quando un albero è malato va purtroppo espiantato per non far ammalare tutti gli altri. Chi ancora non ha fatto un giro in Salento, lo faccia per capire qual è l’entità del dramma, paesaggistico prima ancora che produttivo, un disastro che i numeri non riescono a rappresentare adeguatamente”.